Uccise vigile, Rom ri-scarcerato dai magistrati nonostante rapine dopo prima scarcerazione

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Potra’ essere scarcerato e continuare a scontare la misura cautelare agli arresti domiciliari Remi Nikolic, il giovane che il 12 gennaio 2012, non ancora diciottenne, a bordo di un Suv, travolse e uccise a Milano l’agente di polizia locale Niccolo’ Savarino, e che e’ stato poi fermato nel luglio 2020 per furto. Secondo quanto si legge nel provvedimento a firma della giudice Orsola De Cristofaro della II sezione penale del Tribunale, “si puo’ formulare una prognosi favorevole circa la spontanea osservanza della misura richiesta”.

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Ancora minorenne, il 12 gennaio 2012, il giovane di etnia rom ha travolto e ucciso l’agente al volante di una Bmw X-5 in piazza Alfieri. È riuscito inizialmente a fuggire all’estero ma è stato poi arrestato e condannato a quasi 10 anni in via definitiva. Una pena, tuttavia, che non ha scontato completamente dietro le sbarre, dato che dopo 5 anni e 6 mesi trascorsi in un carcere minorile è riuscito a ottenere l’affidamento in prova.

Dopo 5 anni e mezzo di carcere per l’omicidio, il giovane ha ottenuto l’affidamento in prova e l’11 febbraio del 2020 ha finito di scontare la pena. Dopo meno di due settimane, il 22 febbraio, Nikolic, con Alen Djordjevic, 26 anni, e Martin Jovanovic, 23 anni, ha pensato bene di ‘festeggiare’ prendendo di mira due appartamenti lussuosi nel centro di Milano da cui ha portato via denaro, monili e preziosi di ogni genere. Nikolic e soci sono stati però catturati dalla squadra mobile a luglio e portati in carcere:

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Oggi, però, il giudice della seconda penale di Milano Orsola De Cristofaro ha autorizzato la scarcerazione, accogliendo l’istanza dell’avvocato di David Russo che ha ottenuto il parere favorevole della Procura.

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Per il giudice, per quanto “permangono i gravi indizi di colpevolezza” va tenuto conto “della età” di Nikolic, del “percorso rieducativo compiuto in sede di espiazione della pena all’Istituto Beccaria” dopo la condanna per l’omicidio del vigile Savarino, dell’”auspicabile effetto deterrente” per i sei mesi trascorsi in carcere e della “rivisitazione critica della condotta illecita” per i furti che gli avevano permesso di racimolare un bottino del valore complessivo di circa 200mila euro. In sostanza, secondo la valutazione del giudice i domiciliari possono salvaguardare il “pericolo di reiterazione del reato”.

Nikolic continuera’ quindi a stare ai domiciliari, nella residenza della madre, ma – come previsto in questi casi – non potra’ comunicare con altri che non siano conviventi ne’ allontanarsi dal domicilio. La difesa, affidata all’avvocato David Maria Russo, aveva anche chiesto un periodo di tirocinio alla Fondazione “RimaflowFuorimercato” di Don Gino Rigoldi, ma il collegio ha negato la possibilita’ perche’ nell’istanza non e’ stata specificata ne’ l’attivita’ ne’ come potrebbe essere compatibile con i domiciliari. Appena l’altro ieri Nikolic aveva chiesto di patteggiare tre anni nel processo per furto per cui si trovava in carcere: un’indagine della squadra Mobile che porto’ a fermare una banda di ‘ladri acrobati’ di cui faceva parte. I reati in quel caso erano stati commessi appena 11 giorni dopo che aveva finito di svolgere l’affidamento in prova ottenuto per la vicenda del vigile ucciso. Nella prossima udienza, il 3 febbraio, sara’ la giudice a ratificare la pena su richiesta, se la riterra’ congrua, ma intanto – come specificato dal provvedimento – Nikolic potra’ presentarsi nell’aula 2 bis alle 9 “libero e senza scorta”. Gli altri due complici hanno chiesto, di patteggiare 2 anni e 4 mesi, su parere positivo della Procura, rappresentata dalla pm Francesca Crupi.

Siamo schifati. Questa è la magistratura italiana. Queste sono le leggi italiane. E’ tutto da rovesciare. Il cancro rosso sta ammazzando questo grande e disperato Paese.

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3 pensieri su “Uccise vigile, Rom ri-scarcerato dai magistrati nonostante rapine dopo prima scarcerazione”

  1. Mettere ai domiciliari un rom che per postulato è un nomade?
    Il giudice ha disposto una sentenza che è un ossimoro.
    Costui per predisposizione genetica sarà destinato nel corso del tempo a reiterate detenzioni.
    Comunque la circostanza scandalosa, oltre alla attuale scarcerazione per furti che assommano a 200k euro, è che un assassino – che ha travolto proditoriamente con una BMW X5 un agente della Municipale (in servizio in bicicletta) – esca dal carcere dopo 5 anni e sei mesi.
    Non mi pare assennato avere un atteggiamento benevolente viste le accertate circostanze della tragica vicenda (il vigile aveva intimato l’alt al mezzo, è stato investito e trascinato per decine di metri).
    Ciò induce a riflettere: se questa è la considerazione che ha l’apparato giurisdizionale dello Stato nei confronti dei propri agenti incaricati di pubblica sicurezza non possiamo pretendere che questi ultimi vengano tenuti in debito conto e rispettati da un rom.
    Il Ministro di Grazia e Giustizia farà bene ad inviare una ispezione.
    Invio un abbraccio e tutta la mia solidarietà alla famiglia di Niccolò Savarino – 42 anni, agente di polizia originario di Campobello (AG) – costretta a soffrire per l’insopportabile oltraggio alla memoria del compianto congiunto.

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