Beh, Di Maio è impegnato con Tabacci.
«Luca Ventre è stato ucciso dentro un’ambasciata italiana, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio non si è degnato di dire una parola, di telefonarci, di chiedere di fare piena luce. Siamo stati letteralmente abbandonati dalle istituzioni». Così Fabrizio Ventre, fratello della vittima.
In un video diffuso su internet si vedono guardie private all’interno dell’ambasciata bloccarlo. Il ragazzo muore dopo poco. Il decesso è avvenuto il primo gennaio 2021. All’interno della nostra ambasciata di Montevideo. La comunicazione ufficiale è arrivata l’indomani sul sito della Farnesina.
“L’Ambasciata d’Italia con rammarico conferma che ieri il Signor Luca Ventre, connazionale residente nella nostra comunità, è deceduto dopo che nelle primissime ore della mattinata si è arrampicato per scavalcare il recinto dell’Ambasciata e si è poi diretto verso gli Uffici. Dopo l’arresto il connazionale è stato trasportato al Hospital de Clinicas dove purtroppo risulta sia successivamente deceduto.
L’Ambasciata, in questo doloroso momento, si stringe alla famiglia del connazionale; in particolare al padre, Sig. Carmine Mario Ventre che vive in Uruguay e con cui è in contatto, oltre alla madre, Sig.ra Palma Roseti, cui assicura la massima vicinanza e il massimo impegno affinché le Autorità uruguaiane facciano piena luce sulle cause del tragico decesso del figlio”.
Luca Ventre 35 anni, famiglia originaria di Senise (Potenza) voleva tornare in Italia dai suoi familiari. Il fratello Fabrizio accusa e parla esplicitamente di omicidio. “Oltre alla terrificante morte, il teatrino disgustoso inscenato dalla polizia con la complicità dei medici e con il silenzio e l’assenza totale dello Stato Italiano”.
L’11 gennaio, scrive Basilicata24, a dieci giorni dalla morte di Luca Ventre, “dopo innumerevoli chiamate a vuoto al centralino della Procura presso il Tribunale di Roma, alla famiglia viene detto che non ci sono fascicoli o notifiche su questo caso e la si invita a presentare denuncia via PEC allegando eventuali prove”. Solo giovedì 22 gennaio, tre settimane dopo la morte, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio.
Forti coi deboli e deboli coi forti, la tipica ‘guardia’ italiota, pelata e ultracinquantenne, che attende la pensione.
Ovviamente nessuna manifestazione del tipo: non riesco a respirare, per Luca.
La dimostrazione evidente, l’ennesima a dire il vero, della differenza di valore che la società odierna attribuisce, tra un africano, ed un italiano.