Dicono che i figli degli immigrati devono integrarsi nelle nostre scuole. Che dobbiamo pagare loro anche la mensa perché è così che funziona. Ma intanto, cosa pensano?
“Quando sarà il momento mi farò saltare in aria in nome di Allah”. E’ quello che un piccolo marocchino di undici anni ha più volte detto ai suoi compagni di scuola italiani. Fino a quando, lo scorso anno, non è venuto all’orecchio di un genitore.
La segnalazione è arrivata quando un genitore ha denunciato il fatto spiegando per filo e per segno quanto gli era stato raccontato dal figlio e dai suoi amichetti.
Una vicenda che avrebbe dell’incredibile se non si sapesse come, purtroppo, tra i gruppi estremisti islamici il reclutamento dei bambini fin dalla più tenera età sia all’ordine del giorno. Lo confermano la storia, le notizie che tutti i giorni riempiono le pagine dei giornali e le cronache dei telegiornali.
“Questo è un bimbo di 10 anni che mi auguro non capisca cosa dice ma che purtroppo cresce in un ambiente di odio verso chi lo ospita” racconta il genitore.
Da quanto si apprende il bimbo vive con i fratelli, più piccoli e più grandi, e con la madre, mentre il padre è a lavorare all’estero, in Francia. Li lasciano qui a farli mantenere da noi. Intanto si preparano.
Sarà sicuramente la Digos a indagare sulla vicenda, come del resto toccherà ai servizi sociali e al Tribunale dei minori valutare se ci siano gli estremi per intervenire.
Ma questo episodio, pur se riferito a un bambino, potrebbe far scattare l’allarme, anche per il fatto che il padre in Francia (dove gli attentati purtroppo non sono infrequenti) e lo zio in Siria (una delle zone più calde del Medio Oriente) sembrano campanelli d’allarme da non sottovalutare.
Soprattutto alla luce di quanto già avvenuto proprio in Veneto:
Dove Mohamed si preparava a farsi saltare in aria in una scuola. E in quella scuola, segretamente, è già tornato.
Fallo in una grande moschea famiglia al seguito piccolo figlio di troia islamica!!!