In Israele, molto avanti con le vaccinazioni, la prima dose del vaccino Pfizer si sta rivelando meno efficace contro Covid-19 rispetto a quanto inizialmente indicato dall’azienda farmaceutica statunitense. Lo ha detto il coordinatore nazionale della strategia anti-coronavirus, Nachman Ash, secondo quanto riferisce la radio militare.
Oltre 2 milioni di persone sono state vaccinate in Israele, più di 400mila hanno già fatto anche il richiamo. Eppure, molti si sono infettati fra la prima e la seconda dose, avrebbe evidenziato Ash, e sembrerebbe che la protezione garantita dalla prima iniezione “sia meno efficace di quanto avevamo pensato”. I dati sarebbero “inferiori a quelli presentati da Pfizer”, avrebbe sostenuto l’esperto, si legge sul ‘Time of Israel’.
In una riunione al ministero della Salute, Ash ha anche detto di non essere certo che i vaccini possano proteggere dalle varianti del coronavirus. Ash avrebbe preannunciato che non insisterà sul fatto che misure di blocco più restrittive vengano estese per altre 2 settimane, visto che potrebbe bastare un’altra settimana e mezza.
5 pensieri su “Pfizer, boom infezioni dopo prima dose in Israele”
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Ah… una volta tanto qualche bella notizia!…
Ma sarà vero? Sono tutti ebrei, gli eletti. Pensate che israele faccia fuori il proprio popolo con dei vaccini? Per me son tutte cazzate… I nasoni non si auto-inculano, ricordatelo…
C’è giudeo e giudeo. E sono noti per incularsi a vicenda: prendi gli Stern, ad esempio.
Potrebbero essere dati falsi per indurci a pensare che là muoiano come altrove e magari non accade.
La prima dose del vaccino fornisce una protezione parziale e il suo effetto può svanire dopo breve tempo.La seconda iniezione della formula, somministrata 21 giorni dopo, rafforza la memoria del sistema immunitario e lo fa durare più a lungo.
In altre parole, sebbene la protezione inizi a funzionare dalla prima iniezione, è solo dopo la seconda dose che l’efficacia raggiunge il 95%.
In dialogo con la Radio di Stato israeliana (KAN), il direttore dei servizi sanitari pubblici, Sharon Alroy Preis, ha dichiarato che “il 4% della popolazione non riceverà la seconda dose”. Come ha stimato, questo è apparentemente perché “le persone hanno paura delle pubblicazioni non basate sui dati, delle dichiarazioni irresponsabili dei media sui vaccini e sugli effetti collaterali”.