A Traini odio razziale senza avere ucciso nessuno: all’assassino di Pamela Oseghale NO

Vox
Condividi!

Processo di Luca Traini, slitta al 24 marzo l’ultimo atto. I difensori del 31enne condannato in
primo e secondo grado a 12 anni per strage con l’aggravante dell’odio razziale, hanno chiesto
alla Corte di cassazione di poter discutere in presenza e non solo da remoto. Per questo l’udienza
prevista per il 20 gennaio è stata spostata al 24 marzo.

VERIFICA LA NOTIZIA

I legali di Traini, Giancarlo Giulianelli e Franco Coppi, noto penalista che ha difeso tra gli altri anche Giulio Andreotti, mirano al
disconoscimento del reato di strage.

A parte il fatto che non c’è stata alcuna strage, secondo la difesa, infatti, non si configurerebbe questo reato anche perché
mancherebbe l’unicità del contesto spazio-temporale che si è svolto non in un unica volta.

Quindi Traini dovrebbe rispondere di lesioni aggravate per lo più o, al massimo, di tentato omicidio.

Inoltre mancherebbe anche l’aggravante dell’odio razziale, perché sempre secondo gli avvocati, Traini prese di mira i pusher, non tanto i neri. Mica è colpa sua se tutti gli spacciatori in zona erano nigeriani. Semmai è colpa dei nigeriani e di chi li ha fatti entrare e poi li ha messi in hotel a scrocco come Oseghale.

Vox

Tutte tesi che finora sono state disconosciute dalla Corte d’assise di Macerata e dalla Corte d’assise d’appello di Ancona, che non hanno neanche concesso le attenuanti generiche. Era il 3 febbraio 2018
quando Traini partì da Tolentino con la sua Glock 9X21 per andare a vendicare la 18enne romana
Pamela Mastropietro, barbaramente uccisa pochi giorni prima da un branco di spacciatori nigeriani col permesso umanitario, tra i quali è stato condannato solo Oseghale.

L’idea del 31enne era quella di andare in tribunale e sparare a Innocent Oseghale, il nigeriano poi condannato all’ergastolo in primo e secondo
grado per l’omicidio. Ma cambiò idea e decise di andare a caccia di pusher nigeriani colleghi dell’assassino.

Sei gli africani che rimasero feriti alla fine del folle raid per le vie del capoluogo e che parteciperanno come parti civili all’udienza in Cassazione. Anche gli spacciatori.

La verità è che Traini ha subito un processo politico da parte dello stesso Stato che, nei suoi rappresentanti, doveva invece andare a processo con l’accusa di strage, per avere fatto entrare in Italia migliaia di delinquenti.

La cosa più bizzarra di tutta la vicenda, e vergognosa, è che Traini, senza uccidere nessuno, ha l’aggravante dell’odio razziale perché gli spacciatori sono tutti neri, mentre Oseghale, che ha stuprato a morte e fatto a pezzi una ragazzina bianca, no. E’, chiaramente, uno Stato di merda.




5 pensieri su “A Traini odio razziale senza avere ucciso nessuno: all’assassino di Pamela Oseghale NO”

  1. “La cosa più bizzarra di tutta la vicenda, e vergognosa, è che Traini, senza uccidere nessuno, ha l’aggravante dell’odio razziale perché gli spacciatori sono tutti neri, mentre Oseghale, che ha stuprato a morte e fatto a pezzi una ragazzina bianca, no” Lol. Con le sue tesi infantili Vox non sarebbe in grado neanche di difendere un bambino che ha rubato le caramelle dal barattolo di casa. “senza uccidere nessuno, ha l’aggravante dell’odio razziale” ovviamente l’aggravante non c’entra un fico secco con la morte o meno delle persone. Ovvero non la puoi contestare solo se muore qualcuno. E se muore qualcuno non significa che puoi contestargli automaticamente l’aggravante. Devono esserci i requisiti. Questo lo capisce anche un bambino ma per Vox e co. è un pensiero troppo complesso…

I commenti sono chiusi.