Donne medico rifiutano il vaccino Pfizer: “Vogliamo avere un bambino”

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Si sono vaccinati fino a ieri 1604 dipendenti sanitari dell’azienda Marche Nord, ossia il personale dell’ospedale San Salvatore e Santa Croce. Ne mancano ancora all’appello 600. Ma c’è chi ha già detto che non si vaccinerà. Gli obiettori sono quasi 90, tra medici ed infermieri. Molte le cause dichiarate, per le donne: voler avere una gravidanza nel 2021. Molti invece lo rifiutano perché affermano di aver già avuto il Covid-19 e dunque di essere immunizzati, altri di avere allergie o controindicazioni.

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Questo è molto interessante. Il vaccino Covid, come sappiamo, è ‘sconsigliato’ alle donne incinte. Rischiamo quindi un tracollo delle nascite di cui, certamente, non abbiamo bisogno. E questo per cosa, per un virus che a donne (e uomini) in età fertile e sane non dà più sintomi di una forte influenza.

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Questo vaccino, se proprio non si poteva attendere quello tradizionale sviluppato dallo Spallanzani, doveva essere riservato alle categorie a rischio. Ma c’è un problema: è stato testato su gente giovane. Quelli che sopravviverebbero al coronavirus anche senza vaccino.

Rischia quindi di diventare un altro fattore di decrescita della natalità, che poi è quello che i ‘complottisti’ andavano dicendo da tempo: vaccino come controllo delle nascite in Occidente in nome del ‘Grande Reset’.




8 pensieri su “Donne medico rifiutano il vaccino Pfizer: “Vogliamo avere un bambino””

  1. Quel che fa inorridire è che anziché fermare la crescita della popolazione una settantina d’anni fa in modo incruento, come sarebbe stato opportuno ovunque, Italia inclusa, si arriva oggi a dover sospettare che a qualcuno sia partito l’embolo di volerla ridurre attivamente in modo cruento.

    Per dar l’idea di quanto sia possibile (probabile?) che non si tratti di una fantasia, riporto qui il testo di alcuni passi di un articolo del 1996. E’ un po’ lungo per un commento, ma credo valga la pena.

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    da Population and Environment, Volume 18, Numero 1, Settembre 1996

    Il sistema immunitario, che solitamente serve a proteggerci dalle malattie ma che è coinvolto anche nel meccanismo delle allergie e del rigetto di organi trapiantati, può essere impiegato per la contraccezione (Anderson & Alexander, 1983; Aldhous, 1994). Un vaccino contraccettivo è stato suggerito per impiego veterinario (Miller & Dean, 1993). In questa applicazione, si inietta nella femmina da sterilizzare una preparazione della zona pellucida (il tegumento esterno della cellula uovo) proveniente da una specie animale diversa. La femmina così trattata risponde al materiale estraneo iniettato producendo anticorpi contro di esso. Questi anticorpi, secondo un processo chiamato “reazione incrociata”, individuano anche il materiale diverso ma simile presente nelle cellule uovo della femmina stessa e le attaccano, distruggendole. Nelle ovaie, la morte delle cellule uovo attaccate provoca la maturazione di quelle ancora immature. Non appena una nuova cellula uovo giunge a maturazione, anch’essa viene individuata dal sistema immunitario e distrutta a sua volta. Ne consegue un ciclo a catena di maturazione e distruzione per il quale entro alcuni mesi tutte le potenziali cellule uovo presenti nelle ovaie dell’animale giungono a maturazione e vengono distrutte; in questo modo la femmina risulta sterilizzata non chirurgicamente (Skinner, et al, 1984).

    A parte rari casi nei quali la persona coinvolta desiderasse volontariamente essere sterilizzata, una procedura così drastica avrebbe probabilmente scarsissima applicazione nel campo della contraccezione umana e, dal momento che con ogni probabilità indurrebbe la menopausa, è improbabile che sarebbe ritenuta accettabile anche in quei casi. Ad ogni modo, dal sistema immunitario si possono ricavare molte azioni contraccettive meno radicali.

    Molti casi di infertilità naturale si verificano perché la donna produce anticorpi contro gli spermatozoi, che vengono identificati come corpi estranei (Bronson, et al, 1984). Probabilmente si potrebbero sviluppare dei vaccini in grado di stimolare più donne a produrre anticorpi di quel genere, con una conseguente riduzione della fertilità (Primakoff, et al, 1988; Primakoff, 1994).

    In un approccio ancora diverso, le donne sono state vaccinate con sequenze di peptidi simili a quelle che si riscontrano in certi ormoni implicati nella riproduzione (Talwar et al, 1993; Talwar et al, 1994). Si possono produrre vaccini molto efficaci innestando sezioni di geni prelevati dal peptide adeguato in alcuni dei geni di un virus (Moss, et al, 1984; Talwar et al, 1993; Talwar et al, 1994) e impiegare questo virus modificato per vaccinare i soggetti, come è stato fatto nel caso della vaccinazione contro il vaiolo. Le sequenze peptidiche prodotte dai virus stimolano la formazione di anticorpi, gli anticorpi danno luogo a reazione incrociata con gli ormoni naturalmente presenti nel corpo femminile e la riproduzione ne risulta inibita. Sono disponibili molte alternative di questo genere per mettere il sistema immunitario al servizio della contraccezione.

    1. Non sono d’accordo. Bisognava fermare la crescita demografica solo in Africa, perché tanto in Europa si era già attenuata a inizio novecento.

    2. Applichino questo sistema in Africa…Serbatoio di tutte le malattie.Standing ovation da 60 minuti di applausi da spellarsi le mani.

  2. il dato su cui riflettere e’ che
    1604 medici hanno detto SI cioe il 70%
    90 medici hanno detto NO cioe il 4%
    600 medici hanno detto NON LO SO cioe il 26%

    questo significa che ogni qualvolta vi siete recati da un medico,
    nella migliore delle ipotesi,
    (cioe nel 70% dei casi),
    e’ come se vi stesse rivolgendo ad un idiota
    o ad un leghista esilerato dalla propaganda di Salvini

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