La Mafia nigeriana occupa le nostre città grazie a Pd e Ong

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Sono sempre più presenti davanti a i supermercati e nelle strade di passaggio pedonale i ragazzi del “baseball cap”, i questuanti organizzati dalla mafia nigeriana.

Sono prevalentemente i finti profughi che la mafia nigeriana, ormai diventata grazie al PD agente di viaggio che gestisce il traffico di immigrati, ha portato in Italia sui taxi del mare: le Ong.

“Il radicamento in Italia” della criminalità nigeriana – scriveva la Direzione Investigativa Antimafia nella relazione sulle attività investigative – “è emerso nel corso di diverse inchieste che ne hanno evidenziato la natura mafiosa”.

I mafiosi nigeriani in pochissimo tempo hanno creato legami operativi con le organizzazioni italiane scambiando e integrando strutture e metodi operativi. Nell’ultimo periodo, in diverse zone, le hanno soppiantate.

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La mafia nigeriana ha preso progressivamente la supremazia in settori molto redditizi e che gli italiani non vogliono fare: come la prostituzione, il traffico di stupefacenti e di clandestini, le truffe on line e non ultimo l’accattonaggio. Senza contare quelli in cui sono, da sempre, leader indiscussi: fare a pezzi le ragazzine.

Rivolta delle profughe nigeriane, vogliono uscire la notte e maggiori confort

Prostituzione, spaccio e accattonaggio hanno visto un vero e proprio boom negli ultimi anni, grazie alla grande massa di ‘profughi’ che sono stati traghettati dalla Libia: non a caso, la maggioranza di questi è nigeriana. Pakistani e bengalesi, le altre nazionalità in testa, sono impegnati in altri settori. Con i secondi che stanno colonizzando le nostre città con tuguri che chiamano negozi, grazie alle liberalizzazioni commerciali firmate Bersani.

Tornando ai nigeriani, un settore come l’accattonaggi, consente un radicamento esteso sul territorio sia in termini di indotto che in termini di persone coinvolte. Spesso si intreccia con lo spaccio e la prostituzione.

Un sempre crescente numero di giovani maschi africani occupano spazi davanti ai centri commerciali, nei parcheggi degli ospedali e degli uffici pubblici, davanti a chiese, negozi e banche. Un racket enorme. Redditizio:

Ogni mendicante rende alla Mafia nigeriana 50 euro al giorno: esentasse

Sono prevalentemente giovani nigeriani provenienti dai centri di accoglienza, ma anche residenti regolarizzati che vengono posizionati con i criteri stabiliti dall’organizzazione che li controlla.

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Molti di loro hanno contratto dei debiti nei confronti dell’organizzazione criminale nigeriana legata ai gruppi che operano in Nigeria nella gestione del traffico di umani attraverso Libia e Mediterraneo.

Nell’occupazione del territorio è inevitabile il conflitto di interesse con gli zingari, che tradizionalmente esercitavano con molteplici modalità l’accattonaggio tradizionale e i nuovi arrivati, che sono organizzati in gruppi e operano nell’ambito di una organizzazione capace di organizzare e distribuire razionalmente le risorse sul territorio.

I nuovi professionisti dell’accattonaggio sono supportati da squadre per il trasporto, per il controllo del territorio, per la vigilanza, per creare intorno a loro una area di sicurezza allontanando i tradizionali operatori o i poveri autentici.

Uno degli strumenti di lavoro è il cappellino da baseball usato come strumento per impietosire e come messaggio non verbale per evidenziare il loro ipotetico stato di necessità, l’altro è lo smartphone per mantenersi in contatto con l’organizzazione e ricevere istruzioni operative.

Rissa tra Rom e Africani per la questua – VIDEO

Nel corso degli ultimi anni, grazie ai rinforzi arrivati coi barconi, flusso interrotto nei quattordici mesi di Salvini (ZERO NIGERIANI SBARCATI), sono riusciti, in molte città, a sostituirsi alla concorrenza nel mercato dell’elemosina: soppiantata la criminalità ROM gestita da gruppi di provenienza romena.

L’affare produce centinaia di milioni di euro e nella sola Milano esercitano più d 200 questuanti, come è stato riscontrato nei primi giorni di dicembre dalla polizia locale milanese al termine dell’operazione “Baseball Cap” (dallo strumento di lavoro che contraddistingue tutti i questuanti africani) i cui risultati sono stati depositati in Procura.

Per la maggior parte i nigeriani controllati hanno meno di trenta anni e operano nel centro di Milano e spesso abitano in gruppi di 5/6 in appartamenti affittati nella periferia. Oppure, è la maggioranza dei casi, vivono in hotel e case a spese degli italiani: come profughi.

Genova: 118 profughi segnalati per questua molesta

Sono subordinati a coordinatori che allontanano la concorrenza, vigilano sull’“Orario di Lavoro” (che generalmente va dalle 7 alle 14) e organizzano le postazioni.

E negli ultimi mesi, coi cittadini sempre più consapevoli del racket, si moltiplicano atti di violenza per imporre l’obolo: estorsione, non più questua.




2 pensieri su “La Mafia nigeriana occupa le nostre città grazie a Pd e Ong”

  1. Tra qualche anno saranno nelle città, come i vertici dei partiti e nelle amministrazioni. Vediamo se i buonisti avranno il coraggio di biasimarli, per le nefandezze che commetteranno.

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