Migrante tortura a morte anziana: ci sono i video

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Amava il sole e il mare, stare in giardino, giocare con i cani, prendere il cornetto al bar sulla sedia a rotelle. A ottantuno anni, Maria Luisa Lombardi combatteva l’Alzheimer godendosi i suoi spicchi di felicità, nella villetta della figlia all’Infernetto. L’avrebbe dovuta accudire la sua badante, invece, Lyubov Tkachuk, una cinquantenne kazaka regolarmente assunta, l’ha uccisa. A 7 mesi dall’omicidio dell’anziana, le indagini appena completate dalla Procura ricostruiscono scene raccapriccianti, estrapolate da una telecamera fissata in camera da letto. Ore di tortura e di indifferenza, che ora rischiano di portare a processo la badante con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà.

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È il pomeriggio del 7 maggio scorso. Le sevizie iniziano alle 16.55. La badante trascina la signora giù dal letto afferrandola per i piedi, poi si ritira per un po’ nella sua stanza, dopo averla riposizionata sul materasso e averle sferrato una ventina di gomitate al volto e al torace. Alle 18.44 torna nella camera e stavolta scaraventa l’anziana a terra prendendola per la testa. È il momento per predisporre la messinscena. Cambia le lenzuola, pulisce il pavimento, e con uno strofinaccio tampona anche il viso della vittima, che perde troppo sangue. Non soddisfatta le spruzza in faccia lo sgrassatore Chanteclair. Ogni tanto sbatte la testa dell’anziana sul pavimento, passa ancora lo straccio, poi controlla il battito cardiaco. Ed ancora, si siede e fuma una sigaretta, mentre l’anziana sembra esalare gli ultimi respiri. Vuole accertarsi evidentemente di averla uccisa.

La pensionata, invece, morirà il 9 giugno al San Camillo, dopo una lunghissima agonia. La badante si degna di dare l’allarme, ultima fase del piano, poco prima delle otto di sera. «Correte, correte. La signora è caduta», dice. È certa che i familiari, impegnati in giardino ad attrezzare degli spazi per mamma Maria Luisa, si affretteranno a trasporla con urgenza in ospedale e lei avrà il tempo di prendere la valigia, già pronta, e scappare. A rovinare il piano, il genero dell’anziana, Gianluca Basili, un tecnico del suono che ha lavorato con registi del calibro di Sergio Leone, Bernardo Bertolucci e Marco Bellocchio. Insospettito, si precipita al piano di sopra per rivedere le registrazioni dell’impianto di videosorveglianza: scene raccapriccianti. La badante potrebbe rischiare l’ergastolo. La pm Daniela Cento, titolare dell’inchiesta, ne ha sottolineato glaciale freddezza. L’avvocato Maria Marmo, che assiste Cristina Sartarelli, la figlia della vittima, e anche i nipoti, ha dichiarato: «La famiglia è estremamente provata, confida nella giustizia per questo delitto efferato».




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