L’Italia non è ‘spopolata’ ci sono troppi immigrati: vogliono convincervi del contrario

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I dati ISTAT del censimento permanente ci dicono che la popolazione censita in Italia al 31 dicembre 2019 ammonta a 59.641.488 residenti – circa 175mila persone in meno rispetto al 31 dicembre 2018, pari a -0,3% – ma risulta sostanzialmente stabile nel confronto con il 2011 (anno dell’ultimo censimento di tipo tradizionale), quando si contarono 59.433.744 residenti (+0,3%, per un totale di +207.744 individui).

Nel periodo 2011-2019 la popolazione di cittadinanza italiana è diminuita di circa 800mila
unità (-1,5%) mentre i cittadini stranieri sono aumentati di circa 1 milione (+25,1%), senza considerare
che sono più di 1 milione le acquisizioni di cittadinanza nel periodo 2012-2019 e che già al censimento
del 2011 i cittadini italiani per acquisizione erano quasi 700mila.

La buona notizia è che rispetto agli ultimi dati ISTAT relativi al 2019 ci sono circa 300mila immigrati in meno che con il censimento vengono depennati dalle liste. E che molti degli italiani che non sono più residenti sono ‘nuovi italiani’ andati all’estero, circa 1/3.

Anche se questa fotografia è pre-Covid, quindi già invecchiata molto male, siamo comunque in presenza di una sostituzione etnica senza precedenti. Un genocidio con altri mezzi. L’Italia negli ultimi 9 anni ha perso 1,5 milioni di italiani e ‘guadagnato’ quasi 2 milioni di immigrati.

Già i media di distrazione di massa – ma partecipano a questa propaganda anche giornali sovranisti – stanno usando questi dati per dire che l’Italia è “spopolata” e “vecchia”: disinformazione prodromica all’importazione di altre masse di immigrati.

Detto che l’immigrazione deprima la natalità degli autoctoni, drenando risorse e welfare, ad esempio impedendo la formazione di nuove famiglie italiane perché si prendono tutte le case popolari e i posti negli asili pubblici, l’Italia non è affatto spopolata.

Prima della guerra era abitata da circa 45 milioni di italiani. Non c’è alcuna necessità di importare masse di individui: l’Italia è anche troppo densamente popolata.

L’idea che sottende questo progetto criminale di sostituzione etnica, è che tra 36 anni gli over 65 saranno il 35% della popolazione e il tasso di natalità 1,2 bambini non è sufficiente a rimpiazzare chi esce dal mercato del lavoro.

Questo è economicamente demenziale. Un dato su tutti: se oggi avessimo la metà dei giovani, avremmo il 100% dell’occupazione giovanile. Ergo: se tra 36 anni ne avremo meno, non sarà un problema, ma questo i pro-immigrazione non lo dicono. Per loro, la disoccupazione giovanile in Italia non esiste.

Si potrebbe poi pensare, se proprio si ritiene imprescindibile una più alta natalità (poi spiegheremo un altro motivo perché non lo è), a sostenerla con politiche a favore delle famiglie per supportare chi vuole far figli. Ma le Nazioni Unite, invece, programmano il nostro genocidio etnico: “sostituire” ai lavoratori italiani, francesi, inglesi, tedeschi, spagnoli quelli provenienti dal Terzo Mondo.

Per questo in ogni ambito lodano l’immigrazione. Dallo sport allo spettacolo.

Come se, tra l’altro, sostituire lavoratori europei con QI medio di 105 con africani che in media non arrivano a 75, fosse possibile senza degradare tutto il tessuto economico: una sorta di futuro alla Idiocracy.

Ma un ‘calo demografico’ non sarebbe male. L’Italia è un territorio densamente popolato. Più spazio: case più grandi, più verde, meno traffico, meno inquinamento.

Perché, ceteris paribus, nel 2050, secondo il dossier, senza immigrazione saremo in 41.197.000: ovvero 194mila in più di quanti eravamo 65 anni fa. Con la differenza che oggi lavorano anche le donne e la tecnologia sarà pervasiva in ogni ambito lavorativo.

Le Nazioni Unite – organo criminale globalista – vogliono «rimpiazzare» (come scritto senza nasconderlo nel titolo del dossier) l’Europa e l’Occidente con una massiccia iniezione di immigrati da Asia e Africa. Un crogiolo indistinto e informe di razze, culture, religioni che si trasformerebbe in un campo di battaglia per la sopravvivenza: come in parte è già oggi.

Il tutto, condito con la scusa che ‘sono risorse’ e ‘servono al mercato del lavoro’, a ‘pagare le pensioni’.

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Puttanate. Tra pochi anni, e qui veniamo al secondo motivo per il quale anche con un calo demografico il mercato del lavoro non necessiterà di alcun immigrato, vivremo – stiamo già vivendo – una ‘rivoluzione robotica’.

Auto e camion che si guidano da soli faranno sparire intere categorie di lavoratori. I robots inonderanno il mercato del lavoro, tanto che, a stento, ci sarà possibilità di occupare una popolazione in calo demografico.

La crescita demografica in sé non è sinonimo di ricchezza, altrimenti l’Africa non sarebbe l’Africa. Dipende, tutto, dalla ‘qualità’ della popolazione.

E questo solo ragionando in termini ‘utilitaristici’. Perché, anche ‘convenisse’, un futuro senza identità, senza sapere chi sei non vale la pena di essere vissuto. Un pugno di dollari in più, non vale vivere in una società dove non ti riconosci nel volto dell’altro.

E poi, cosa credete che faranno, quando saranno numericamente abbastanza? Un ex amministratore delegato della Shell, che fa volontario per dare istruzione ai migranti nei Paesi Bassi, ha denunciato esempi scioccanti delle sue esperienze con loro.

Confermando come l’integrazione dei musulmani sia impossibile.

Per 15 anni, il 78enne Dominic Boot ha dato lezioni di olandese ai migranti in un sobborgo de L’Aia chiamato “De Schilderswijk”, racconta il più grande quotidiano olandese “De Telegraaf”.

Boot spiega come il quartiere si è islamizzato dopo l’arrivo di donne con il velo nero e della generazione più giovane.

I ragazzi musulmani ai quali insegna, gli hanno spiegato cosa accadrà una volta che saranno maggioranza: “Se dominiamo qui, tutti voi sarete decapitati”.

Boot era il tipico buonista fricchettone ottimista sull’integrazione e amava lavorare con i migranti. Ma ora ha cambiato idea e non più tanto sicuro.

La vera invasione non arriva dai barconi, ma dalle sale parto. Bloccare i ricongiungimenti familiari è un’urgenza.

E’ il tempo della rivolta. E’ il tempo di uscire da certe organizzazioni che vogliono la morte dei popoli per mezzo dell’immigrazione. Che è la più grande arma moderna di sterminio: chi si mischia perde la propria identità per sempre.

Se proprio vogliamo ripopolare l’Italia:

Ripopoliamo l’Italia con gli italiani: urge legge del ritorno




3 pensieri su “L’Italia non è ‘spopolata’ ci sono troppi immigrati: vogliono convincervi del contrario”

  1. Questa pagina tratta temi fondamentali, che è assolutamente impopolare (praticamente vietato) toccare, tanto da diventare immediatamente uno stigma per chi si azzarda a farne cenno. Mi alzo quindi in piedi e riconosco il massimo onore al merito per il coraggio manifestato.

    Mi permetto un’integrazione, diciamo un suggerimento, per la prossima eventuale volta in cui vorrete tornare sul tema: quanto è incoerente (e dunque palesemente falso) insistere sulla panzana del green new deal mentre si fa letteralmente di tutto per incrementare il peso antropico su un territorio ambientalmente già stremato? Com’è che non si lega a filo doppio la questione (im)migratoria a quella ambientale? Quanto è evidentemente strumentale l’insieme dei pretesti che ci sentiamo sbattere in faccia ogni giorno per ricattarci e farci mandar giù i peggiori provvedimenti?

    Giusto rifiutare di cadere nel silenzio tombale che vorrebbero imporci con censura e autocensura.

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