Sbarcano infetti: 65% positivi ha l’Aids prima di sbarcare

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Non c’è solo il coronavirus.Circa i due terzi degli africani sub-sahariani in cura per AIDS analizzati era infetto da HIV già prima di arrivare in Italia. I dati rivelati durante un convegno ANLAIDS.

Visto che sui barconi sono arrivati in questi anni al 90% sub-sahariani, significa che circa i due terzi di chi sbarca ed è infetto, lo era già prima di arrivare in Italia.

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Lo studio ha raccolto, tra luglio 2013 e luglio 2015, i dati relativi a circa 2000 immigrati adulti (africani. europei, asiatici, americani) con infezione da HIV, seguiti presso 57 centri clinici di 9 Paesi europei a spese dei contribuenti in Belgio, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Portogallo, Regno Unito, Spagna e Svezia.

Incrociando la documentazione con le risposte al questionario è emerso che il 50% dei migranti infetti con l’HIV è arrivato in Europa già infetto. L’altra metà si è infettata nel Paese di arrivo, ovviamente frequentando altri migranti: soprattutto attraverso la prostituzione.

Ancora più alto il dato per gli immigrati provenienti dall’Africa sub-sahariana, quindi di quelli che sbarcano: quasi i due terzi ha contratto l’infezione prima di emigrare, mentre è l’opposto per chi si sposta dall’Europa Occidentale, dai Caraibi e dell’America Latina, soprattutto se maschi omosessuali che la contraggono poi, ‘grazie’ alla promiscuità sessuale.

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La cosa, per gli africani non sorprende, visto che provengono da paesi dove l’AIDS è endemica.

Sempre durante il convegno, Anlaids ha presentato in anteprima i dati di un ulteriore studio che riferiscono che le probabilità di contrarre l’HIV aumentano di 4 volte durante la permanenza in Libia. Poi vengono in Italia sui barconi, e non fanno di certo le analisi del sangue al momento degli sbarchi.

Anche una volta arrivati in Europa e “regolarizzati”, il rischio di essere infetti permane 4 volte più alto tra gli immigrati rispetto, per esempio, agli italiani.

Insomma, stiamo importando masse di infetti. E quando non sono già infetti, lo diventano una volta sbarcati. Dovremmo aiutarli a non infettarsi a casa loro, attraverso una massiccia campagna di informazione e distribuzione di preservativi. Che avrebbe anche l’effetto di limitare la disastrosa crescita demografica africana. Che non può che finire male. Per noi e per loro.

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7 pensieri su “Sbarcano infetti: 65% positivi ha l’Aids prima di sbarcare”

  1. Nigeria e Togo sono gli stati più impestati dell’africa.In Nigeria ci sono stato 3 anni per lavoro e quel paese di merda lo conosco bene.La popolazione è impestata al 98% puttane comprese.In Togo sta scomparendo un’intero popolo.Congo,angola,mozambico,uganda,sudafrica,kenia sono sulla buona strada.Auguri.

    1. Ali mortacci… stanno scomparendo?? Ma cosa dici? Non lo sai che quelle popolazioni si riproducono come se non ci fosse un domani?

      1. Quello che affermi è vero,ma non tieni conto che l’aspettativa di vita in Nigeria non arriva a 33 anni per la stragrande maggioranza della popolazione nelle condizioni in cui vivono.Una ragazzina di 15 anni ha già due/3 figli…e a 10 anni hanno già il ciclo…se poi ci aggiungiamo le varie epidemie di colera/tifo/ebola che scoppiano ogni tanto-la sono endemiche e che mietono migliaia e migliaia di vite fanno il resto.Naturale che si riproducano come ratti.Se non lo facessero la popolazione si estinguerebbe nel giro di 20 anni….Sopravvivono alla legge di natura i più forti.Quelli che vedi in giro.

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