UE ordina, prima i migranti: casa e lavoro per chi sbarca

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In cima all’agenda dei lavori della Commissione UE c’è il nuovo piano per l’integrazione degli immigrati. Si tratta di progetti pluriennali finanziati con i soldi delle vostre tasse. Una pioggia di denaro che esce dalle vostre tasche e finisce in quelle di immigrati, Ong e associazioni varie.

Nelle scorse ore il piano, che andrà a sostituire quello approvato nel 2016 e che dovrebbe valere per un periodo di tempo compreso tra il 2021 e il 2027, è stato reso noto. Secondo le istituzioni di Bruxelles, nei prossimi anni i vari governi devono impegnarsi sempre più a fondo nell’inclusione, con investimenti e spese relative a sistemazioni più adeguate per i migranti presenti sul proprio territorio.

“Occorre impegnarsi per un’istruzione e una formazione che siano inclusive dalla prima infanzia all’istruzione superiore – si legge nel piano della commissione – concentrandosi sull’agevolazione del riconoscimento delle qualifiche e sull’apprendimento continuo delle lingue, con il sostegno dei fondi dell’Ue”. Il secondo punto invece riguarda il mondo del lavoro, dove tutti i migranti “e le donne in particolare”, si legge ancora nel piano, devono ricevere il sostegno per esprimere “il loro pieno potenziale”.

C’è poi il terzo punto, riguardante il settore sanitario: “Oltre agli specifici finanziamenti dell’Ue – prevede ancora il documento – il piano d’azione mira a garantire che le persone siano informate sui loro diritti e riconosce le sfide specifiche affrontate dalle donne, in particolare durante e dopo la gravidanza. Infine, il quarto pilatro prevede “adeguati e convenienti finanziati attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo Plus, il Fondo Asilo e migrazione e Invest Eu” per trovare migliori alloggi ai migranti.

Anche perché poi, se da un lato la commissione sta dando rilevanza al piano sull’integrazione, dall’altro il parlamento Ue in queste ore sta discutendo circa la relazione sullo stato dei diritti fondamentali nel biennio 2018 – 2019. E qui emerge come, secondo le istituzioni comunitarie, la priorità è fermare il dilagare del razzismo e dell’islamofobia: “Anziché affrontare la situazione reale, sembra il programma di un partito di estrema sinistra, con passaggi faziosi e imbarazzanti – ha commentato nel suo intervento all’europarlamento la deputata leghista Silvia Sardone – si parla di un’Unione Europea che ha assistito inerme alla diffusione del razzismo, di sentimenti islamofobici, di ostilità e intolleranza verso i musulmani, mentre nulla sul terrorismo, sulle vittime degli attentati, su chi odia gli europei, il nostro stile di vita, la nostra cultura, i nostri valori”.

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La UE non è riformabile. Nasce per distruggere i popoli europei. Quei partiti sovranisti che credono di riformarla dall’interno fanno lo stesso errore fatto al tempo dell’Urss: o la distruggi, o la UE distrugge te.

Scorrendo la relazione, si parla in effetti di misure da prendere contro il dilagare di politiche che conducono alla discriminazione e in cui emergerebbe una presunta “criminalizzazione della solidarietà”, con chiaro riferimento al braccio di ferro degli anni scorsi tra il governo italiano gialloverde e le Ong. Priorità, quelle dell’Ue, ben lontane da una realtà dove, al contrario, milioni di persone aspettano risposte concrete sul fronte economico e sanitario.

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Per far funzionare le politiche di asilo e migrazione serve anche una politica di integrazione e inclusione efficace, fondamentale anche per aiutare l’economia.
Lo sostiene la Commissione Ue nel suo piano d’azione per l’integrazione dei cittadini dei Paesi terzi, che indica la strada ai Governi perché approfittino dei fondi europei per integrare i ‘nuovi arrivati’ sul suolo Ue.

Il piano d’azione punta su istruzione e formazione, “con particolare attenzione alla facilitazione del riconoscimento delle qualifiche e all’apprendimento linguistico”. Preme poi per “un migliore riconoscimento delle competenze, per valorizzare pienamente il contributo delle comunità di migranti, in particolare delle donne”.

La Commissione collaborerà con datori di lavoro e parti sociali per promuovere l’integrazione sul mercato del lavoro, sostenere l’imprenditorialità e agevolare il riconoscimento e la valutazione delle competenze.

Bruxelles chiede anche che venga promosso l’accesso ai servizi sanitari e ad alloggi adeguati a prezzi accessibili, finanziato tramite il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo Plus, il Fondo Asilo e migrazione e il programma InvestEU.




14 pensieri su “UE ordina, prima i migranti: casa e lavoro per chi sbarca”

  1. Potrei fare il filosofo, urlare un classico “ebreiiii” oppure “portare l’attacco al cuore dello stato”. Che fare?

I commenti sono chiusi.