Immigrati pestano le loro mogli e italiani costretti a mantenerle: il business delle ‘case rifugio’

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Il ‘mitico’ femminicidio è anche un business. Esattamente come quello dei finti minori che sbarcano e dei bambini sottratti dai centri sociali. Infatti, coop e cosiddette ‘onlus’ gestiscono anche le ‘case rifugio’. E quasi sempre parliamo di immigrate che arrivano in Italia coi famigerati ‘ricongiungimenti familiari’ insieme ai figli e poi finiscono in questi centri perché pestate dai mariti migranti: e voi poi mantenete mogli e figli dei violenti.

Le Case Rifugio per le donne maltrattate attive nel 2018 in Italia sono 272, pari a 0,04 Case per 10mila abitanti, in aumento rispetto alle 232 del 2017 ed 1.940 donne (il 62,1% è composto da straniere); tra queste 1.565 sono state accolte nel corso del 2018. L’offerta è maggiore al Nord, in particolare in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, e, al Centro, in Toscana.

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L’8 per cento della popolazione genera il 62% dei femminicidi. E un altro business per le coop.

Insomma, paghiamo alle immigrate anche il rifugio dai mariti violenti che le portano in Italia. Roba da matti.

E in tutto questo, i cosiddetti partiti sovranisti fanno molto poco per rovesciare la narrativa falsa del ‘femminicidio’ già propagandata a reti unificate dai media di regime: usano lo stesso linguaggio demenziale della ‘sinistra’.