In Austria sarà istituito “il reato di ‘Islam politico’ per poter procedere contro coloro che non sono terroristi, ma che creano loro il terreno fertile”. Lo ha annunciato il cancelliere Sebastian Kurz, che già due giorni fa aveva sottolineato la necessità di “un approccio robusto in tutta Europa contro i foreign fighters, che sono semplicemente una bomba a orologeria e quindi una minaccia per le nostre società”.
Come se il problema fosse l’idea, non chi ce l’ha in testa. Le idee non si vietano. E quando sono così antitetiche e le porta chi non è autoctono, hai la possibilità di eliminarle in un solo modo: con rimpatri di massa.
E poi: l’islam è di per sé ‘terrorismo’, perché non accetta altro diverso da sé.
Kurz è un altro messo lì per fingere di fare e depotenziare il vero cambiamento.
Non solo, l’islam é più una dottrina politica che una dottrina religiosa.
Confermo.
I governi in Arabia Saudita Emirati qatar oman ecc ecc si basano sulle leggi della sharia.
A parte Dubai che e’ una città finta fatta apposta x ingannare gli occidentali, in altre città islamiche esiste la polizia religiosa.
La decisione non mi pare errata del tutto.
Vero : le “idee” non si vietano e non si processano, ma vi è un limite ad esporle se possono influenzare i comportamenti.
Pertanto e poi -secondo il solito- saranno i “comportamenti”
dei sedicenti islamici ( o “islamisti” = islamo-nazisti )
a determinarne il destino.
[ = carcere durissimo con rieducazione e lavoro forzati; privazione assoluta e irreversibile della cittadinanaza -sia “acquisita” a qualsivoglia titolo, sia posseduta per diritto di nascita o altro titolo-, confisca di tutti i beni e diritti posseduti o eventualmente futuri come ad esempio le eredità, espulsione irreversibile con divieto perenne di rientrare nello Stato; soppressione fisica con recupero degli organi biologici e loro vendita, nei casi più gravi ]
Anche le ideologie nazista e comunista ( evidentemente visti gli esiti in tutto il Pianeta ), come l’ “islam”, dovrebbero essere “bandite” nel senso di vietarne la apologia pubblica, mentre ne è consentita, anzi raccomandata, la esposizione critica e severa.