Salvini contro il lockdown Giuseppi: “Non serve a niente”

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“16.06 di oggi, telefonata di Conte per preannunciare (non condividere o discutere) l’ennesimo Dpcm con cambiamenti: limiti e chiusure”. Matteo Salvini ha svelato di aver ricevuto un’altra comunicazione dal premier, che stasera dovrebbe tenere una conferenza stampa alle 20.30 per illustrare le nuove restrizioni decise per provare a riportare sotto controllo la situazione epidemiologica dell’Italia. “Bisogna tutelare i soggetti più fragili, anziani e malati – ha dichiarato il segretario della Lega in merito alla notizia del coprifuoco per bar e ristoranti alle 18 – senza rinchiudere in casa 60 milioni di italiani. Servono subito tamponi a domicilio, assunzioni di medici e infermieri, più autobus e metropolitane, cure a casa per i malati meno gravi. Servono soldi, veri e subito, sui conti correnti di chi sarà danneggiato da nuove limitazioni o chiusure. Prendersela con palestre e piscine – ha tuonato Salvini – bar e ristoranti, cinema e teatri, non serve a niente”. Infine l’ex ministro ha contestato la “forte raccomandazione” a limitare gli spostamenti che suona tanto di invito all’auto-lockdown: “Ma cosa significa ‘raccomandare’ alla gente di non uscire e non spostarsi? Si può o non si può?”.

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2 pensieri su “Salvini contro il lockdown Giuseppi: “Non serve a niente””

  1. Andavano chiusi solo pub e discoteche, attività non imprescindibili per la nostra economia, a differenza di quelle commerciali e industriali. Tranne che per i loro gestori e quei ca***ni movidari che li frequentano.

  2. In effetti la ritengo un’ottima occasione per ridurre la passione di sballo sfrenato che ha contagiato gli italiani e gli europei negli ultimi 40 anni, con il continuo aggravarsi della situazione. Ma sembra che pur di dar contro al governo vadano bene anche gli assuntori di droghe per qualcuno che si autodefinisce di Destra.
    Io con gente di destra che non vive il sabato sera senza sballarsi non ho nulla a che spartire e nemmeno con gli assidui lettori, un altro tipo di ‘consumatori’, delle balle colossali dei complottori, che fino a 10 anni fa erano infatti appannaggio esclusivo della sinistra più estrema e radicale.
    Rimango felicemente coerente, anche se questa coerenza mi porta a concordare, in parte, con le scelte governative. Semmai non sono i bar a dover rimanere aperti, ma le scuole, ad ogni costo, anche di contagi, quelle sono imprescindibili per non avere la prossima generazione più analfabeta di quello che già si preparava ad essere.

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