Tre nomadi massacrano presunto rapinatore africano, media li spacciano per italiani

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Pamela fatta a pezzi dai nigeriani? Niente odio razziale. Giuseppe mandato in coma da branco di rom? Niente odio razziale.

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presunti rapinatori africani picchiati da italiani zingari? Odio razziale.

I media continuano a spacciare gli zingari per italiani. Come in questo caso:

Giuseppe in coma, massacrato da 5 rom: “Il pugno partito da 13enne”, rivolta contro i nomadi

Il motivo è evidente.

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Un uomo di 53 anni e i suoi due figli, di 30 e 24 anni, sono stati arrestati con l’accusa di tentato omicidio aggravato da discriminazione e odio razziale. Alla base delle accuse c’è l’aggressione compiuta a Modena nei confronti di un africano di 22 anni originario del Burkina Faso. I tre avrebbero colpito il giovane con un machete mentre gli gridavano frasi come: “Tornatene al tuo Paese, qui comandiamo noi”.

I fatti risalgono al 15 luglio. Per gli inquirenti si sarebbe trattato di una spedizione punitiva. Il ragazzo sarebbe stato preso di mira per i contatti di conoscenza che aveva con alcuni rapinatori marocchini con cui gli aggressori avevano un conto in sospeso.

L’africano sarebbe stato aggredito in strada. Uno lo ha preso a bastonate in testa, un altro lo ha colpito con il machete e lo ha accoltellato a un braccio. Intanto gli gridavano frasi come: “Tornatene al tuo Paese, qui comandiamo noi”.

Il movente dell’aggressione sarebbe da ricollegare alle denunce per rapina tra i due arrestati di 24 e 30 anni e un gruppo di amici (complici?) marocchini della vittima che i tre accusavano di rapina.

“Una brutta vicenda che – spiega il capo della Mobile, Mario Paternoster – vede coinvolti tre soggetti che hanno aggredito il ragazzo con violenza inaudita, colpendolo alla nuca con un bastone e al braccio col machete. Il ragazzo ha subito lesioni gravissime all’arto e alla mano. Durante l’aggressione i tre gridavano alla vittima offese sul suo colore della pelle: da qui l’aggravante della discriminazione razziale. Parliamo di soggetti noti e caratterizzati da violenza e aggressività anche in passato: non esitavano ad avere armi a portata di mano”.

Ricordiamo anche Leo, sgozzato da un marocchino perché era italiano: anche in quel caso, niente odio razziale.




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