C’è un ragazzo italiano in coma a Lanciano. Massacrato da un branco di rom. In 5 contro 1:
Giuseppe in coma, massacrato da 5 rom: “Il pugno partito da 13enne”, rivolta contro i nomadi
Nessun media nazionale ha riferito l’identità degli aggressori. Hanno, da subito, millantato che fossero italiani. Una menzogna coperta dal fatto che sono cittadini ‘italiani’: ecco perché vogliono lo ius soli.
La notizia non è quasi apparsa a livello nazionale. Come nel caso di Filippo, l’italiano ammazzato da un branco di albanesi pochi giorni prima della morte di Willy, il ragazzo capoverdiano.
E qui torniamo. Il giorno dopo la morte di Willy avevamo nomi e foto: del branco di rom non abbiamo nulla. Tranne le false notizie diffuse dai giornali e dalle agenzie che hanno finto fossero italiani.
Questo doppio standard fa inorridire. Fine identica. Ma per Filippo e Giuseppe, per fortuna ma solo per quella ancora vivo, nessuna prima pagina. La loro colpa? Essere italiani.
E dice solo una cosa: la vita di Giuseppe, come quella di Filippo e delle miriadi di vittime italiane degli immigrati, non vale nulla per i giornalisti italiani. Vale sicuramente meno di quella di Willy. Di cui, sia detto chiaramente, al di là dell’utilizzo mediatico che possono farne, a loro frega nulla.
Giustizia per Pamela. Giustizia per Desirée. Giustizia per Filippo. Giustizia per Giuseppe. Giustizia per tutti gli italiani assassinati dai nostri ospiti. Per loro niente aggravante razziale. Questo è razzismo. Tutte le vite contano. Anche quelle degli italiani. O no?
Per i giornali ‘italiani’ no. Del branco di rom che ha massacrato e ucciso Giuseppe, non avete nemmeno parlato. E quando ne avete parlato, avete finto che fossero italiani. Vigliacchi. Nessuna prima pagina. Nessun articolo di condanna. Nulla. Niente. Come quello che voi siete: un nulla nel niente della vostra vergogna.
Il pugno violentissimo che ha mandato in coma Giuseppe Pio D’Astolfo è stato un 13enne. UNO ZINGARO, ma i media hanno nascosto la notizia per giorni definendo gli aggressori ‘italiani’.
L’aggressione è scattata nella notte tra sabato e domenica all’ex stazione ferroviaria Sangritana: Giuseppe aveva chiesto di abbassare la musica e un branco di rom l’ha aggredito in modo brutale. Protagonisti della violenza 5 ragazzi, tutti cittadini italiani appartenenti alla stessa famiglia rom. Diamo la cittadinanza a questa feccia, così i giornali possono dire che sono stati italiani.
Il colpo alla tempia sinistra che ha mandato il 18enne in coma. Dei 5 rom, i maggiorenni sono solo due, peraltro già noti alle forze dell’ordine.Giuseppe viveva insieme a una coppia di amici in un appartamento affacciato sullo spiazzo e si era lamentato per gli schiamazzi. La reazione dei rom è stata, come detto, violentissima. In città erano conosciuti come “bulli”. “Per questa grande violenza che ci hanno inflitto gratuitamente, senza una ragione, queste persone devono pagare”, è il commento della madre dei Giuseppe, mentre a Lanciano è stato vandalizzato il monumento che ricorda il cosiddetto eccidio nazista dei rom.
Robetta, c’è un ragazzo italiano in coma massacrato dai rom. Non è capoverdiano.
Ora vogliamo nomi, cognomi, il reddito dei parenti, il curriculum di tutto il fottuto campo nomadi.
Con il governo più autorazzista della storia, cosa può contare mai la vita di chi è italiano da generazioni? Un cazzo.
Vale solo la vita di chi è eccessivamente pigmentato. Il fatto di cui è stato vittima il capoverdiano a Colleferro, è assolutamente esecrabile, e i responsabili vanno condannati, ma non peggio di un crimine commesso ai danni di un giovane italiano.
Non esistono italiani ne(g)ri, se ne facciano una ragione questi immigrazionisti del ca**o…
Non esiste solo lo ius soli.
Prego che si salvi il ragazzo.