Giuseppe in coma, massacrato da 5 rom: “Il pugno partito da 13enne”, rivolta contro i nomadi

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Il pugno violentissimo che ha mandato in coma Giuseppe Pio D’Astolfo è stato un 13enne. UNO ZINGARO, ma i media hanno nascosto la notizia per giorni definendo gli aggressori ‘italiani’.

L’aggressione è scattata nella notte tra sabato e domenica all’ex stazione ferroviaria Sangritana: Giuseppe aveva chiesto di abbassare la musica e un branco di rom l’ha aggredito in modo brutale. Protagonisti della violenza 5 ragazzi, tutti cittadini italiani appartenenti alla stessa famiglia rom. Diamo la cittadinanza a questa feccia, così i giornali possono dire che sono stati italiani.

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Il colpo alla tempia sinistra che ha mandato il 18enne in coma. Dei 5 rom, i maggiorenni sono solo due, peraltro già noti alle forze dell’ordine.

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Giuseppe viveva insieme a una coppia di amici in un appartamento affacciato sullo spiazzo e si era lamentato per gli schiamazzi. La reazione dei rom è stata, come detto, violentissima. In città erano conosciuti come “bulli”. “Per questa grande violenza che ci hanno inflitto gratuitamente, senza una ragione, queste persone devono pagare”, è il commento della madre dei Giuseppe, mentre a Lanciano è stato vandalizzato il monumento che ricorda il cosiddetto eccidio nazista dei rom.

Robetta, c’è un ragazzo italiano in coma massacrato dai rom. Non è capoverdiano.

Ora vogliamo nomi, cognomi, il reddito dei parenti, il curriculum di tutto il fottuto campo nomadi.




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