Milano, appello dei medici: “Restate a casa, situazione paurosa” – VIDEO

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Ormai si va in ordine sparso. Conte non ha né il controllo del virus né quello delle decisioni da prendere per contrastarne la diffusione.

Nel dubbio state a casa. Il messaggio, inquietante, è del direttore dell’Ats Milano Vittorio Demicheli, che ai microfoni di Sky Tg24 è costretto ad ammettere: “Non riusciamo a tracciare tutti i contagi, a mettere noi attivamente in isolamento le persone. Chi sospetta di aver avuto un contatto a rischio o sintomi stia a casa”. Che è un po’ una bandiera bianca sventolata mentre il coronavirus ha ripreso a correre. “Quello che ci preoccupa è che non sappiamo esattamente qual sia la velocità con cui si può verificare il fenomeno in una grossa metropoli come Milano”, sottolinea Demicheli.

“I numeri ci hanno sopraffatto all’improvviso”. Pietro Olivieri, responsabile Direzione Medica di Presidio dell’ospedale Sacco di Milano, spiega così la delicata situazione del capoluogo lombardo. “L’aumento dei contagi da coronavirus inizialmente era lento, poi è diventato tumultuoso”. Motivo, questo, per cui il nosocomio ha dovuto “riconvertire in fretta e furia alcune misure”. Olivieri lancia dunque un allarme a Tagadà, il programma di La7 condotto da Tiziana Panella: “La situazione di Milano fa paura, negli ultimi 10 giorni abbiamo visto un aumento importante di ricoveri. Non siamo ospedale Covid ma siamo vicini alla saturazione”.

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“Siamo andati a saturare 75 posti di malattie infettive e oltre a riempire tutti gli altri reparti” prosegue affermando che “il denominatore sta crescendo paurosamente che fa paura”. Insomma, i pazienti che arrivano sono tanti e questo riempie inevitabilmente le terapie intensive: “La Regione ha fissato il livello di guardia a 150 posti, ora ne abbiamo 110/120 occupati”.

Di nuovo qui siamo: per tenere aperte le scuole, sennò viene a galla il bluff cinese di Azzolina, ci portano alla saturazione. Follia. Magari poi chiudendo palestre e piscine dove, a differenza delle scuole, non si può andare in remoto. Come se il corpo fosse meno importante della mente.




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