Bimbi italiani in coda per il cibo, ma dobbiamo mantenere i figli degli immigrati – VIDEO

Vox
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In Italia la povertà economica non risparmia i bambini: l’aumento della disoccupazione stimato dal Fondo Monetario Internazionale per il 2020 al 12,7% e la conseguente riduzione della capacità economica delle famiglie rischiano di aumentare considerevolmente l’incidenza della povertà minorile, che già oggi colpisce più di 1,1 milioni di bambini. Un rischio che entro la fine dell’anno potrebbe far scivolare nella povertà assoluta 1 milione di minori in più e che va di pari passo con la crescente povertà educativa, che ha visto nel blocco delle attività un peggioramento sostanziale: basti pensare che l’ISTAT ha certificato che durante il confinamento 1 studente su 8 non possedeva un laptop per la didattica a distanza e più di 2 minori su 5 vivono in case prive di spazi adeguati per studiare. Inoltre da una rilevazione svolta da IPSOS è emerso che 1 genitore su 10 ritiene di non potersi permettere l’acquisto di tutti i libri scolastici per il nuovo anno e 2 genitori su 10 di bambini 4-14enni, fra coloro che ne usufruivano negli anni precedenti, non possono più permettersi di pagare la retta della mensa scolastica.

Ovviamente, perché tutti questi servizi dobbiamo darli, gratis, a clandestini e figli di immigrati. Ad esempio:

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Mentre non potete mantenere i vostri figli, molti di voi non potendoli nemmeno mettere al mondo, dovete mantenere i figli degli altri. A cosa ci siamo ridotti? Cuckold.

Loro è dubbio che siano minori, ma noi siamo sicuramente minorati a pagare le tasse per mantenere con 70 euro al giorno i figli che gli immigrati scaricano in Italia.

Ottocentomila posti di lavoro in meno, Pil in flessione e aumento degli inattivi: una vera e propria bomba sociale che rischia l’innesco con l’aggravarsi della crisi del coronavirus. E’ il quadro della situazione del Paese contenuta in un lungo e dettagliato rapporto stilato dalla Caritas Italia pubblicato oggi. I poveri assoluti sono il doppio rispetto alla vigilia della Grande Crisi del 2008.

E’ sul lavoro autonomo che la crisi, causata dalla pandemia, ha fatto sentire in modo immediato i propri effetti, mettendo ulteriormente a rischio la stabilità di un comparto che gia’ il default del 2008 aveva fortemente ridimensionato. Su 841 mila posti di lavoro persi tra il secondo trimestre 2020 e lo stesso periodo dell’anno precedente, ben 219 mila hanno riguardato il lavoro indipendente, che e’ passato da 5,4 a 5,1 milioni di occupati, con un calo del 4,1%. E’ quanto rileva la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro nel focus “La crisi senza fine del lavoro autonomo”, sulla base dei dati pubblicati recentemente dall’Istat.

“Questa nuova emergenza sanitaria, con coprifuochi e chiusure anticipate dei pubblici esercizi, aumenta l’incertezza e mette a rischio decine di migliaia di imprese”. Lo afferma il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, secondo cui “sono prioritarie misure efficaci anti Covid e con una economia gia’ in ginocchio va assolutamente evitato un secondo lockdown. Il Governo”, conclude Sangalli, “deve sostenere con maggiori e piu’ veloci indennizzi le imprese in difficolta’, altrimenti a fine anno rischieremo gravi, gravissime conseguenze per l’occupazione”.

Alla fine del 2017, il Pd, dopo 5 anni di governo, aveva lasciato 700.000 italiani in cerca di una casa. E oltre 170mila richiedenti asilo (clandestini) in hotel.

Nello stesso periodo di cinque anni, la casa che non aveva trovato a 700mila italiani, l’ha trovata a quasi 1 milione di ‘richiedenti asilo’, con in media 170mila ospitati ogni anno. E 170mila ne ha lasciati in hotel e case quando ha consegnato le chiavi del Viminale a Salvini. Che è riuscito, in soli 14 mesi, e con la zavorra grillina, a farne uscire circa 70mila.

Ora che è tornato al governo, per la quarta volta in sei anni senza voto popolare, il Pd ha ricominciato. Ha subito riaperto i porti. E ancora oggi, quasi 100mila immigrati sono ancora negli hotel per cosiddetti profughi.