Arrestati 40 africani: spacciavano con il permesso umanitario

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Il PD ha importato la mafia nigeriana in Italia. E da anni spacciano dagli hotel in cui vivono a spese nostre. Con l’abrogazione dei decreti sicurezza ne arriveranno altri.

I finanzieri del comando provinciale di Perugia hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di custodia cautelare in carcere e arresti domiciliari nei confronti di 6 cittadini nigeriani per traffico e spaccio di cocaina. I traffici sporchio avvenivano in città. In particolare, l’attività operativa, spiegano dal comando di via Palermo, costituisce l’epilogo di una complessa e articolata indagine svolta dal Gruppo Operativo Antidroga del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Perugia e diretta dalla Procura della Repubblica, grazie alla quale sono stati individuati i componenti di un gruppo criminale che si approvvigionava della droga, anche per ingenti quantitativi, da connazionali residenti principalmente nel Lazio.
La banda operava a Fontivegge, dove il principale indagato, coadiuvato dalla sua compagna, curava le operazioni di approvvigionamento e successivo smercio della droga, gestendo, di fatto, una fiorente piazza di spaccio anche durante il periodo di lockdown. Il bilancio dei finazieri racconta che nel corso delle indagini sono stati sequestrati 2,3 chilogranni di marijuana e 90 grammi di cocaina. Sono stati arrestati, in flagranza di reato, 6 corrieri che avevano raggiunto Perugia utilizzando linee pubbliche (treni e bus). In più sono stati segnalatiin prefettura 5 consumatori abituali di sostanze stupefacenti. La Finanza ha ricostruito 184 episodi di cessione al dettaglio di droga.

Perugia, base dello spaccio a Fontivegge: arrestata banda di nigeriani

“Latte”, “white”, “cielo”, “caffè”, “nero”, erano tutti termini convenzionali per concordare le consegne di droga tra incalliti venditori ed assuefatti consumatori.

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Nel corso del fine settimana, in attuazione dell’ordinanza del Gip di Modena Barbara Malvasi, su attività investigativa coordinata dal pm Giuseppe Amara, i carabinieri di Modena hanno dato esecuzione a 32 misure cautelari (divieto di dimora nella provincia di Modena e di Reggio Emilia), per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Complessivamente l’indagine ha permesso di identificare circa 400 acquirenti e documentare oltre 18.000 episodi di spaccio avvenuti tra il 2015 ed il 2019.

L’epicentro di tale lucroso traffico era collocato in alcuni quartieri dell’area nord della città di Modena, in particolare nelle zone del complesso residenziale denominato “Errenord”, viale Gramsci, parco XXII Aprile, via Canaletto Sud, via del Mercato e via Finzi, nonché a Reggio Emilia. L’indagine dei carabinieri di Modena, iniziata nel mese di gennaio 2019 e protrattasi fino al mese di maggio 2020, ha permesso, grazie alle attività tecniche ed alle diverse testimonianze raccolte, di documentare i numerosi episodi di spaccio di cocaina, eroina, hashish, marijuana e crack da parte di un gruppo di soggetti (32 di nazionalità nigeriana e 3 tunisina, tutti in Italia senza fissa dimora) che operava sulla pubblica via, anche nei pressi di parchi cittadini ed esercizi pubblici, con una vendita al dettaglio previo contatto telefonico e successivo appuntamento. Nella maggior parte dei casi le dosi di cocaina o di eroina erano trasportate dai singoli spacciatori in bocca, dopo esser state prelevate da nascondigli di fortuna, diversi di volta in volta; gli episodi di spaccio avvenivano spesso in una “cornice di sicurezza” garantita da persone che facevano da ‘palo’ in grado di avvistare per tempo l’eventuale presenza di forze di polizia e lanciare l’allarme, consentendo la fuga dei complici nella maggior parte dei casi a bordo di biciclette oppure a piedi.
La spregiudicatezza degli spacciatori era tale che, non solo continuavano a spacciare dopo diversi arresti in flagranza di reato subiti, ma spesso si recavano presso gli uffici di polizia con la sostanza stupefacente addosso. In occasione dei numerosi interventi delle forze di polizia, gli spacciatori si sono a volte scagliati contro gli operanti calci, pugni e le biciclette nella loro disponibilità.

L’indagine ha già consentito, nel corso del periodo d’indagine, di arrestare 32 persone in flagranza di reato, deferire in stato di libertà all’autorità giudiziaria ulteriori 4 soggetti, segnalare al Prefetto 27 assuntori e sequestrare complessivamente 170 grammi circa di cocaina, 220 grammi di eroina, 10 grammi circa di hashish, 170 grammi circa di marijuana e 12 grammi circa di crack.

Modena, banda nigeriani e tunisini: maxi giro di spaccio

Tutti questi spacciatori sono arrivati in Italia come ‘richiedenti asilo’. Ma i media lo nascondono perché altrimenti dovrebbero spiegare come mai il governo del contagio e dell’invasione ripristina la famigerata ‘protezione umanitaria’: per fare un favore alle coop del PD e del Vaticano. E alla mafia nigeriana.