Casaleggio: “Se il M5s si trasforma in un partito tolgo il supporto”

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Non è un partito. E’ un poltronificio.

“Oggi è il 4 ottobre 2020 ed è San Francesco. Sono trascorsi 11 anni dal giorno in cui decidemmo di dare vita a un’idea autentica, umile, ma al tempo stesso potente. Qualunque cosa ci riserverà il futuro, questa idea di movimento proseguirà e si espanderà in ogni caso nei mille rivoli della comunità e Rousseau continuerà ad essere accanto a questa idea”. Lo scrive in un lunghissimo post sul Blog delle Stelle Davide Casaleggio. “In questi giorni difficili – aggiunge – abbiamo ricevuto migliaia di email e messaggi dalle tantissime persone che vogliono aiutare il Movimento e Rousseau. Per questo abbiamo deciso di coinvolgere tutti i cittadini che vogliono aiutarci a mantenere in vita questo progetto, a migliorarlo sempre e che abbiano idee su come creare quegli spazi di confronto che oggi mancano. Saranno gli ‘ambasciatori della partecipazione’ diffusi in tutta Italia. Nei prossimi giorni daremo i dettagli”.

“La nostra identità, il metodo unico e gli strumenti che abbiamo costruito sono la ricchezza più grande che possediamo e dobbiamo condividere la nostra esperienza per far germogliare l’idea della partecipazione civica attiva e digitale in tutto il mondo. La nostra forza è sempre stata la possibilità di partecipare. Noi – scrive Casaleggio – siamo movimento”.

“Ho rifiutato un ministero”

“In questi mesi ho ascoltato, osservato e riflettuto molto. Ora è arrivato il momento di prendere posizione. Nel 2016 mio padre decise di creare un’associazione dedicata alla promozione e allo sviluppo degli strumenti e metodi di cittadinanza attiva dandogli il nome di Rousseau e di affidarmi il compito di custodire questo progetto perché riteneva che fosse necessario tutelare la comunità del Movimento garantendo ampi spazi di espressione della sua volontà generale. Conosceva profondamente l’animo umano e non gli sfuggiva la possibilità che qualcuno, una volta eletto nelle istituzioni, avrebbe potuto provare, perseguendo il proprio interesse carrieristico, ad annullare il ruolo degli iscritti e il concetto stesso di ‘portavoce’. ‘I portavoce sono i dipendenti dei cittadini’ ripeteva e riteneva che l’antidoto alla debolezza umana di fronte al fascino del potere, dei soldi e della visibilità sarebbe stato quello di mantenere ben saldi i pilastri decisionali in un metodo di partecipazione orizzontale, digitale, distribuito e soprattutto libero da condizionamenti esterni”, scrive ancora Davide Casaleggio.

“Un modello alternativo e innovativo -aggiunge- rispetto a quello novecentesco delle gerarchie di partito. Questa era la sua missione. Questa era ed è la nostra missione. Con questo modello negli anni abbiamo dimostrato di poter fare quello che nessuno riteneva possibile: un movimento di persone libere, capaci di portare le proprie battaglie al governo e realizzarle con metodi unici e diversi da tutti”.

“Ci attiveremo -si legge ancora nel post- affinché gli strumenti di partecipazione che abbiamo creato in questi anni siano a disposizione di tutti con un modello open source e saremo pronti a collaborare con tutti quei movimenti, associazioni e organizzazioni che come noi nel mondo vogliono dare voce alle persone e connetterle in processi innovativi finalizzati a risolvere problemi di grande impatto sulla società come quelli ambientali, economici o culturali”.

“Unirci a loro -scrive quindi Casaleggio- sarà l’occasione per trovare un nuovo modello di sostentamento per il futuro che consenta di poter continuare a garantire ai cittadini quello spazio gratuito e aperto di partecipazione che meritano e che qualcuno oggi forse vorrebbe cancellare venendo meno agli impegni presi”.

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“Il Movimento 5 stelle – sottolinea ancora Casaleggio – è nato proprio con alcune promesse agli iscritti e agli elettori che io non ho dimenticato e non posso sconfessare. La prima di queste è che non saremmo mai diventati partito, non solo come struttura, ma soprattutto come mentalità”.

“Molti -prosegue- confondono la parola partito con una struttura organizzativa, ma in realtà è un’impostazione di potere. Il partito ha un gruppo di poche persone che decide tutto per tutti. Le liste elettorali, le nomine, i programmi, i supporti elettorali nelle diverse città. Nel movimento invece il potere si esercita dal basso e si trovano tutti i modi per garantire la trasparenza e la condivisione delle scelte tra gli iscritti”.

“Il partito crede nella delega a un rappresentante, il Movimento nel coinvolgimento attivo del singolo partecipante. Il partito prende i finanziamenti pubblici, crea strutture stipendiate per ex eletti, non crede che ci siano limiti ai mandati parlamentari e crea strutture decisionali che esproprino i cittadini dal loro ruolo di indirizzo e di scelta. Il Movimento non ha paura della strada più lunga, si autofinanzia, crede nel rinnovamento generazionale, ha il suo fondamento nell’idea che la politica non debba diventare una professione”.

“Il nostro modello -spiega ancora Casaleggio- è evoluto e sicuramente deve evolvere ancora. Bisogna guardare avanti e non indietro. Non guardare indietro significa non avere nostalgia di come eravamo nel 2009, ma neanche guardare al 1950. II partitismo è il rifugio di chi ha paura di perdere i privilegi che ha accumulato, ma solo chi è disposto a perdere tutto quello che ha, può ottenere tutto quello che vuole. Il partitismo è qualcosa che entra piano piano e poi rimane indelebile nel ricordo di ciò che non ha funzionato”.

“Ma il partitismo è soprattutto incompatibile con l’idea di movimento, di unicità e di partecipazione che è racchiuso in quel simbolo disegnato sulla scrivania di mio padre. Un simbolo basato su valori, idee e battaglie ben precisi, su principi chiari di partecipazione e soprattutto legato a un’esperienza bellissima di 11 anni di un movimento che ha cambiato la storia dell’Italia combattendo proprio contro l’idea di partito, di casta e di accentramento delle decisioni nelle mani di pochi privilegiati chiusi in qualche stanza”.

“Per questo – scrive Casaleggio- faremo tutto quello che è possibile per evitare che venga consegnato alla storia come il simbolo del fallimento delle promesse fatte e lavoreremo ancora di più per rilanciare quei valori che hanno reso il Movimento quello che è”.

“Lavoreremo per una decentralizzazione, dando strumenti che rendano autonomi gli attivisti, che aumentino il loro potere decisionale, ma anche la loro responsabilità nella soluzione di problemi affinché le decisioni non siano accentrate in poche persone, ma distribuite. Ci impegneremo per studiare nuovi metodi di riconoscimento del merito, del valore e della qualità dei portavoce, affinché la selezione di coloro che andranno a rappresentare la comunità non sia imposta dall’alto, ma rimanga aperta a tutti e continui a essere espressione dal basso. Continueremo a chiedere il rispetto delle regole, dei principi e il mantenimento della centralità dell’assemblea iscritti affinché non venga mai annullata e sostituita da segreterie di partito”, continua Casaleggio.

“Garantiremo le attività che verranno richieste dal capo politico del Movimento 5 Stelle, così come abbiamo sempre fatto con serietà e lealtà, per la realizzazione del percorso che il Movimento riterrà di voler fare, ma qualora, per qualche motivo, si avviasse la trasformazione in un partito, il nostro supporto non potrà più essere garantito, dal momento che non sarebbe più necessario poiché verrebbero meno tutti i principi, i valori e i pilastri sui quali si basa l’identità di un Movimento di cittadini liberi e il suo cuore pulsante di partecipazione che noi dobbiamo proteggere”, afferma.