Peschereccio tunisino sperona motovedetta italiana: GDF spara 400 colpi

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Le accuse contestate sono: resistenza e violenza contro nave da guerra e rifiuto di obbedire a nave da guerra. Le stesse verso Rackete.

Sul motopesca non c’erano clandestini né droga o armi. Probabilmente scaricati in precedenza.

Sono 400 i colpi partiti da una motovedetta veloce 2000 della Gdf di Vibo Valentia che è stata speronata da un peschereccio tunisino.

https://citynews-agrigentonotizie.video.stgy.ovh/~media/mp4-hd/42213812014112/arremba-def-2.mp4

Peschereccio forza blocco, GdF spara
Una unità della Guardia di Finanza ha
aperto il fuoco contro un peschereccio
tunisino che non si è fermato all’alt e
che, nel tentativo di scappare, ha spe-
ronato una motovedetta.

Dopo l’inseguimento in acque interna-
zionali, il peschereccio è stato bloc-
cato dalle Fiamme Gialle che lo stanno
conducendo a Lampedusa. Prima di abbor-
darlo sono stati esplosi diversi colpi.
Il peschereccio avrebbe calato le reti
in acque italiane e quando è scattato
il controllo della Guardia costiera non
si è fermato.

Vox

Perché non è stato fatto lo stesso con i trafficanti umanitari di Rackete?

Peschereccio tunisino sperona motovedetta italiana, aperto il fuoco: arrestato comandante

Il peschereccio “Mohanel Anmed”, dopo l’inseguimento in acque internazionali, è stato bloccato dai militari delle Fiamme gialle che lo stanno adesso conducendo a Lampedusa.

Il motopesca aveva calato, stando a quanto emerge in questi primissimi e concitati minuti, le reti a 9 miglia circa (in acque territoriali italiane) dalla costa di Lampedusa. E’ scattato il controllo da parte di Guardia costiera e Guardia di finanza, ma il natante non solo non s’è fermato ma ha anche speronato una motovedetta italiana. E’ scattato l’inseguimento in acque internazionali, durante il quale, prima di abbordare il peschereccio, sono stati esplosi tanti colpi. La Procura della Repubblica, con a capo Luigi Patronaggio e l’aggiunto Salvatore Vella, si stanno occupando di coordinare le indagini su quanto è accaduto.

La Guardia di finanza di Lampedusa ha arrestato il comandante del peschereccio tunisino, impegnato in pesca illegale in acque territoriali italiane, che ha ignorato l’Alt delle motovedette. Le accuse sono: resistenza e violenza contro nave da guerra e rifiuto di obbedire a nave da guerra. Sul motopesca, che era impegnato in una battuta all’interno delle acque territoriali italiane e che è stato sottoposto a sequestro, non c’erano migranti nè droga o armi.

Ad intercettare – ieri mattina – il motopesca con le reti calate in mare, a circa 9 miglia dalli’solotto di Lampione, è stata la Capitaneria di Lampedusa. Il natante tunisino anziché fermarsi, ha invertito la rotta nel tentativo di darsi alla fuga guadagnando l’alto mare.

La Guardia di finanza ha inviato, a supporto, il Pv 7 Paolini del comando operativo aeronavale e una vedetta del reparto operativo aeronavale della Guardia d finanza di Vibo Valentia, entrambe a Lampedusa. Durante l’inseguimento, durato alcune ore e filmato da velivoli del comando operativo aeronavale e dell’agenzia europea Frontex, nonostante l’esplosione di alcuni colpi a scopo intimidatorio da parte dell’unità maggiore (per costringere l’imbarcazione a fermarsi), il peschereccio non solo non consentiva l’abbordaggio, ma metteva in atto una serie di manovre che hanno messo in pericolo l’incolumità degli stessi militari che cercavano di salire. Al termine dell’estenuante inseguimento, i militari hanno abbordato il peschereccio e lo hanno portato al porto di Lampedusa




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