Fonti ufficiali hanno poi smentito la presenza di droga a bordo del peschereccio tunisino abbordato dalla @GDF. Resta forte il sospetto che uno dei tre pescherecci tunisini abbia traghettato un barchino di #migranti a #Lampedusa. Le indagini chiariranno la vicenda.
— Francesca Totolo (@francescatotolo) September 30, 2020
Matteo Salvini ha pubblicato sui social il video di quanto accaduto a largo di Lampedusa, dove un peschereccio tunisino speronato una motovedetta italiana dando vita ad una sparatoria. Ad avere la meglio sono stati i militari della Finanza e della Guardia Costiera, che sono riusciti ad abbordare il peschereccio poi condotto a Lampedusa.
“Hanno trovato droga a bordo – fa sapere Salvini – e hanno arrestato il comandante con l’accusa di resistenza, violenza e rifiuto di obbedire a nave da guerra”.
La barca è stata fermata (trovando droga a bordo) e portata a Lampedusa. Arrestato il comandante con l’accusa di resistenza, violenza rifiuto di obbedire a nave da guerra.
Onore ai militari della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera. (2/2)— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) September 30, 2020
Non c’erano clandestini, probabilmente solo perché già scaricati. E’ evidente che i pescatori tunisini sono tutto fuorché pescatori: sono loro a portare centinaia di connazionali al giorno a largo di Lampedusa per poi metterli su barchini che, altrimenti, non potrebbero fare da soli la traversata.
La domanda qui è un’altra: perché non è stato fatto lo stesso con la Rackete?
Peschereccio tunisino sperona motovedetta italiana: GDF spara 400 colpi