Presidente ANPI è tunisina: dopo i sovietici i partigiani rossi ci vendono all’invasore islamico

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Dopo avere fatto stuprare le donne italiane dai loro nonni, ora eleggono tra le loro fila le nipoti.

Ci sono stati due tipi di partigiani, quelli che combattevano i tedeschi e quelli che combattevano i tedeschi per venderci ai sovietici. Gli attuali membri dell’ANPI sono i nipotini di questi ultimi.

E oggi, vogliono venderci all’invasore afroislamico.

A Castel Bolognese la presidente Anpi ha 23 anni ed è tunisina: “Non sono partigiani solo coloro che hanno vissuto la guerra e hanno combattuto il nazifascismo”. Sirin è stata appena eletta presidente della sezione di Castel Bolognese, nel Ravennate: solo alcune decine di iscritti. Per lo più invasori.

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Ha ottenuto la cittadinanza al compimento dei 18 anni. Sono bombe a tempo, centinaia di migliaia sono in attesa: “Sono ancora l’unica in famiglia ad averla”. Perché Salvini non parla mai di tornare allo Ius Sanguinis abrogato dal Parlamento tangentaro del ’92?

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Nasce proprio a scuola il desiderio di Sirin di impegnarsi, “di rimboccarsi le maniche”, studiando storia, approfondendo cosa è accaduto in Italia durante il secondo conflitto mondiale, quella lotta al fascismo che però non si è mai conclusa, “perché anche oggi esistono rigurgiti ben evidenti”. Ghribi sente il desiderio di darsi da fare perché i partigiani non sono una figura che appartiene al passato “ma si è partigiani anche oggi, quando si lotta per i propri diritti”, e lei l’ha provato sulla sua pelle di italiana a metà. “Sono stata vittima di bullismo fino ai 17 anni: i miei compagni di classe mi consideravano quasi un corpo estraneo, per il mio aspetto fisico” e perché per la legge “non ero uguale a loro, non ero italiana”. Una condizione che è diventata ancora più intollerabile quando Sirin ha deciso di candidarsi a rappresentante di istituto, lei che veniva additata come diversa: “Ho ricevuto insulti e minacce. È stato pesante, ma i miei genitori mi hanno dato forza. Ovviamente non sono stata eletta”, ma quell’episodio e la fierezza che ha saputo tirar fuori, le hanno dato sicurezza: “Ho capito che potevo trasformare una mia debolezza in un punto di forza”.

E così inizia per Sirin l’impegno sociale, prima fra i giovani di seconda generazione per un dialogo fra la cultura italiana e quella tunisina, poi nella vita politica e civile, sostenendo il messaggio delle Sardine ed entrando nell’Anpi. Essere partigiani oggi significa anche lottare come hanno dovuto fare lei e migliaia di giovani per essere riconosciuti finalmente come italiani, dopo aver frequentato le stesse aule, essere cresciuti giocando insieme al parco, parlando la stessa lingua. Per questo, nei giorni in cui si discute del caso Suarez e del suo esame di Italiano, Sirin ammette di “provare ribrezzo. Penso a chi come me ha dovuto aspettare la maggiore età, a chi è arrivato in Italia quando aveva pochi mesi di vita, o non ha un reddito sufficiente, o non ha mantenuto continuativamente la residenza e quindi non ha ancora tutte le carte in regola. Suarez ha avuto la cittadinanza con l’inganno, è una mancanza di rispetto nei nostri confronti. Noi ce la siamo sudata, e alcuni attendono ancora” di sentirsi davvero italiani.

La cittadinanza non si suda, o sei italiano o non lo sei. Non siamo gli Stati Uniti, siamo una nazione millenaria.

C’è un tumore in Italia, i figli degli immigrati. La Cittadinanza può essere solo per ius sanguinis. Né Suarez né terroristi che sposano la troietta di turno, né tunisine invasate.




7 pensieri su “Presidente ANPI è tunisina: dopo i sovietici i partigiani rossi ci vendono all’invasore islamico”

  1. Questo è l’articolo in francese di una testata tunisina di un anno fa:

    http://kapitalis.com/tunisie/2019/05/09/italie-sirin-ghribi-une-tunisienne-de-21-ans-aux-municipales-de-castel-bolognese/

    La ragazza è carina, attenzione, sembrerebbe laica, non un’islamica integralista, però certo è chiaro che non bisogna fidarsi. E’ stata candidata in consiglio comunale a Castel Bolognese con una lista civica evidentemente legata al PD. Come ogni ragazza ha un profilo Facebook e Instagram, che consiglio di dare un’occhiata. Se sposa un bianco cristiano e si converte, a me non darebbe nessun fastidio, al contrario, mi dà fastidio la bianca caristiana con il maomettano o negroide.

    Guardate, a me personalmente non me ne fotte nulla e non mi indigna, perché tanto l’ANPI è sì finanziata coi soldi pubblici, ma è un’organizzazione politica-ideologica che da oltre 70 anni ci fracassa cervello e co***oni con questa favola della “resistenza”. I “repubblichini” di Salò avevano molta più dignità e onore dei partigiani, perché non facevano attentati vigliacchi contro i soldati nemici, ma li combattevano frontalmente. E’ vero che la RSI era uno Stato-fantoccio del Terzo Reich, ma almeno i suoi aderenti hanno preferito combattere fino alla fine dalla stessa parte in cui avevano iniziato, non cambiare parte perché le cose andarono male.

    Comunque, la cosa ha una sua coerenza: partigiani e goumier magrebini del CEF stavano dalla stessa parte, quello dell’invasore.

    1. Carina, non sembra tunisina, forse ha qualche antenato francese, oppure della parte berbera sconfitta dagli arabi nel VII secolo.
      Comunque io che non sono un purista senza compromessi delle razze, dico che tipologie del genere potrebbero essere assorbite, fermo restando che numeri troppo ampi sono sempre deleteri, anche se parlassimo di biondissimi sloveni, e a Trieste Gorizia ne sanno qualcosa.

    2. Concordo con te, Werner, sul discorso che se si sposasse cristianamente con un italiano non ci sarebbero problemi, in questo argomento credo rappresentiamo l’ala moderata del forum.

      1. Il discorso è semplice: non esiste la purezza biologica nelle popolazioni umane del pianeta. Esiste la purezza etnorazziale, che è un’altra cosa. Le differenze biologiche e somatiche esistono anche all’interno della popolazione cinese, solo che a noi che siamo di razza bianca ci sembrano tutti uguali. Lo stesso discorso lo potrei fare per i ne(g)ri, che peraltro hanno differenze di pigmentazione a seconda della zona. Esempio, i senegalesi sono generalmente più scuri dei congolesi. Per non parlare poi di eritrei ed etiopi, in cui spesso si riscontrano tratti somatici simili a quelli europei, ma con la pelle scura.

        Gli incroci ci sono sempre stati, ma tra elementi simili, non diversi. Simile non è sinonimo di uguale. L’uguaglianza in natura non esiste, ma esiste la varietà, che di conseguenza esiste anche all’interno dei gruppi razziali. Se certi tipi di incroci tra elementi diversi hanno una frequenza bassa, non è un male, perché il DNA si deve ricombinare di tanto in tanto, e i risultati di questi pochi incroci, dopo 2-3 generazioni vengono assorbiti ed assimilati al gruppo dominante.

        Il problema è semmai l’immigrazione massiccia, ovvero il trapianto di intere popolazioni da una zona all’altra, in questo caso, da Africa e Asia verso l’Europa, che stanno gradualmente modificando la fisionomia etnorazziale del nostro continente. Trattandosi di una questione quantitativa, assorbire queste masse allogene così consistenti è impossibile.

  2. Non resta che una sola soluzione.chiudere quell’associazione del cazzo.Di partigiani vivi ne rimangono ben pochi.Uno che è nato nel 1927 oggi ha,se ci è arrivato,93 anni.Tutti gli altri?Passati a miglior vita da anni.

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