La canzone araba ‘Italia Lharaga Hawli Malik’ fa da colonna sonora alla marcia di migliaia di clandestini islamici verso il nostro – sottolineiamo nostro – Paese.
E gli arrivi di clandestini in Friuli Venezia Giulia continuano a crescere. Soprattutto da quando c’è il nuovo governo.
Lo attestano i numeri resi noti nell’audizione dei quattro Prefetti del Friuli Venezia Giulia in Consiglio regionale.
Ormai penetrano tra i 150 e i 300 clandestini a settimana, perlopiù pachistani. Quasi tutti chiedono asilo e visto che, nella stragrande maggioranza dei casi, da quando Salvini ha abrogato la famigerata ‘protezione umanitaria’, la richiesta viene respinta, loro fanno ricorso e rimangono nel sistema dell’accoglienza. Ma il Pd vuole ora venire loro incontro: eliminando i decreti Salvini, rimettendo così la ‘protezione umanitaria’.
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Ridotti anche i numeri delle riammissioni in Slovenia. Non funzionano i rimpatri volontari: meno di 10 per ogni provincia. Altro problema è la la lentezza delle procedure di trasferimento all’estero dei cosiddetti dublinanti: a noi li rimandano dalla Francia, ma noi non siamo in grado di rimandarli in Slovenia.
E sono migliaia i clandestini islamici che stanno marciando verso l’Italia lungo la via dei Balcani, quella che in questi anni ha portato in Europa milioni di immigrati.
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Con la chiusura della frontiera ungherese dopo il grande muro di Orban, ora la nuova rotta scorre più a ovest, pericolosamente più a ovest, con la Bosnia-Erzegovina come crocevia. E poi la Croazia. La Slovenia.
E dopo aver attraversato la Croazia e la Slovenia, Trieste è a un passo. Trieste è dove vogliono passare per dilagare nella pianura padana, come gli Unni di Attila:
In particolare, è la Bosnia-Erzegovina che si trova ad affrontare una situazione di vera emergenza.
Le stime sulle attuali presenze, che includono solo chi è stato registrato, stimano un piccolo esercito di circa diecimila clandestini che premono verso la Croazia. E poi Trieste.
Anche perché non ci sono controlli:
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Ora che non c’è più Salvini si riversano da ogni dove, come cavallette, verso l’Italia del Pd. Che ha riaperto la mangiatoia.