Secondo Mieli, che dà ai leader sovranisti un consiglio del tutto ‘disinteressato’, serve una svolta moderata. Non è bastata quella, molto apprezzata dagli elettori, di candidare i moderati Caldoro e Fitto in Campania e Puglia:
Ebbene cari miei, secondo costui Salvini e Meloni devono levarsi di torno e fare i sindaci (così li possono arrestare meglio), io devo proprio sparire e dobbiamo consegnarci all'UE.
Paolo Mieli: "Salvini e Meloni facciano una rivoluzione culturale" https://t.co/07QpBXoBmt
— Claudio Borghi A. (@borghi_claudio) September 24, 2020
Ovvio, i due partiti sovranisti sono ai massimi raggiunti alle Europee, tra il quaranta e il cinquanta per cento, guidano una coalizione che supera il cinquanta per cento, mentre i moderati Pd e M5s titaneggiano insieme al trenta per cento, copiarli è la scelta più intelligente. Per gli amici di Mieli.
Ovviamente l’unica scelta intelligente non è svoltare, è accelerare e dismettere la timidezza mostrata nell’ultimo anno.
Per “moderata” loro intendono la destra che piace alla sinistra. Ma la sinistra è tutto fuorché moderata.
Il moderatismo è un conservatorismo “di centro”, nel senso che è per una politica limitata, ma eccessivamente prudente e timida rispetto a chi è conservatore.
Nella sinistra, sia quella riformista che quella massimalista, di moderatismo ce nè ben poco, anzi, hanno idee troppo radicali, specialmente sui temi etico-sociali e sull’immigrazione.