Cira, Maria Paola e Michele Antonio: tre vite distrutte dall’ideologia gender

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Ovviamente, per quanto accaduto a Caivano, Napoli, i media di distrazione di massa inizieranno la grancassa della sulla cosiddetta ‘omofobia’ e sul bisogno di una legge liberticida in tal senso: in realtà, quanto accaduto è figlio di una società malata in cui fenomeni bizzarri e patologici vengono ‘normalizzati’.

Ha ammesso le sue responsabilità di fronte ai carabinieri Michele Antonio Gaglione, 30 anni, dopo aver provocato l’incidente in cui è morta la sorella Maria Paola, di soli 20 anni, perché non accettava che fosse fidanzata con un uomo trans: Ciro (all’anagrafe Cira Migliore, 22 anni) che, coinvolto anche lui nell’incidente, al momento si trova nel reparto di ortopedia della clinica Villa dei Fiori di Acerra (Napoli) in condizioni non gravi.

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Non accettando la relazione tra Maria Paola e Ciro, voleva solo dare una lezione alla coppia, non uccidere, ha detto Michele Antonio Gaglione quando è stato fermato, a seguito dell’apertura di un’inchiesta dalla Procura Nola, spiegando il motivo dell’inseguimento in moto dello scooter a bordo del quale viaggiavano la sorella e il suo compagno. A quanto si apprende, il 30enne una volta raggiunto lo scooter ha cercato a forza di calci di fermare la corsa. Finito a terra, l’impatto per Maria Paola, che ha sbattuto contro un tubo, è stato fatale. E’ morta sul colpo.

Un ‘uomo trans’. Tradotto in italiano: una donna che si crede uomo. Siamo piombati in un’epoca eticamente oscura in cui la normalità è permanentemente sotto attacco. In un mondo normale Cira avrebbe sposato un uomo e Maria Paola lo stesso. Invece tre vite rovinate.




9 pensieri su “Cira, Maria Paola e Michele Antonio: tre vite distrutte dall’ideologia gender”

  1. Se vogliono metterselo in culo vadano dietro l’angolo oppure a casa loro.Non gliene frega a nessuno.Quello che rompe il cazzo è che la sinistra li agevola per avere il loro voto.

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