Focolaio coronavirus tra immigrati peruviani: “E ora i nostri figli andranno a scuola”

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Trenta casi registrati tra la cosiddetta comunità peruviana nella Asl Roma 2 per cui è scattato subito lo screening nei luoghi di aggregazione. “Una situazione preoccupante specie in vista della riapertura delle scuole. Quindi mi sento di dire a tutti i miei connazionali: ‘non scherziamo, il virus ammazza’. lo ho perso un fratello in Perù, un mese fa, morto con il Covid nel giro di 48 ore. Non mi sono ancora ripresa. Bisogna stare attenti, non abbassare la guardia”, è l’appello Rosa Alfaro Guevara pensando a tutti quei bambini (anche i suoi figli, ovviamente) che ben presto torneranno in classe.

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E’ così che il virus dilagherà: con le scuole. Perché è l’unico luogo in cui gli italiani entrano in contatto in modo prolungato con il mondo degli immigrati. Riaprirle è stata una follia, soprattutto senza escludere loro o pensare, almeno, a scuole separate.

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Ma poi, di grazia: che ci fanno in Italia i figli degli immigrati. Che lavoro fanno? I ricongiungimenti familiari non c’entrano nulla con il lavoro, sono un’immigrazione di sostituzione.