Filippo non è Willy. Indecoroso doppio standard da parte dei giornalisti e dei politici.
Per quanto ci riguarda, fino a che qualcuno non è giudicato colpevole, non si dovrebbero diffondere nomi e foto a mezzo stampa, a meno di casi talmente evidenti che non lasciano dubbio alcuno.
Eppure i media hanno il vizio di comportarsi in modo differente a seconda della nazionalità di vittime e colpevoli.
Prendiamo due casi molto simili di cui abbiamo già parlato:
La vita di Filippo massacrato dagli immigrati vale meno di quella di Willy
La differenza di trattamento dei presunti colpevoli (che in entrambi i casi non sono poi così presunti) nei due casi è talmente lampante da risultare scioccante. Dei presunti colpevoli della morte di Willy Monteiro, deceduto durante una rissa tra due gruppi, sappiamo praticamente tutto. Abbiamo le foto diffuse dai media, noi e cognomi e indirizzo di casa:
Francesco Belleggia, Mario Pincarelli, Gabriele Bianchi e Marco Bianchi. Quattro squallidi bastardi che agivano in branco, quattro assassini a sangue freddo che hanno massacrato senza motivo e senza pietà Willy, un ragazzo di 21 anni. Ergastolo per le quattro bestie. #RadioSavana pic.twitter.com/qSWh4cqzBP
— RadioSavana (@RadioSavana) September 7, 2020
Trattamento opposto per il branco di albanesi che ha prima massacrato e poi investito due volte il povero Filippo:
Che sensibilità per gli assassini di un ragazzo italiano. Del resto, la stessa dimostrata dai giudici che gli albanesi li hanno messi ai domiciliari.
Insomma, pare che la giustizia mediatica e non, in Italia, sia ‘etnica’. Ma in senso negativo.
esatto tamarri di periferia! ce no so a bizzeffe nord centro sud isole. per il tipo che tira in ballo la solita cagata del terradistaminkiapiattismo, palla o plana resta ilf atto che siamo in una matrix di LIERS, mentitori seriali, ricordati in ottobre rosso cosa dice il capo di Jack –ryan a proposito dei politici!
Il criterio di dosierizzare e divid et imeora è tipico de LORO ALTRI,,,
“nel libro non ero negro”?
“Le persone cercano di evitare il contatto con loro per diversi episodi di violenza successi in passato. Trovano sempre il modo di attaccare in 5 contro 1, 4 contro 1, 10 contro 1. L’hanno fatto anche con me e i miei amici. Qualche mese fa in un locale di Colleferro hanno spaccato la faccia a un ragazzo, gli hanno dovuto mettere 20 punti. Il modus operandi è sempre lo stesso: il piccolo del gruppo va a rompere le palle a qualcuno, poi quando la situazione si surriscalda va a chiamare i grossi»