Nasce il partito degli immigrati: “Noi abbiamo voce in capitolo, non italiani” – VIDEO

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Pontedera, dove nasce “Futuro è ora”, è un piccolo centro urbano con una presenza di stranieri tra le più alte della regione Toscana. Una vera e propria infestazione.

Ci stanno invadendo pagati da noi. E sono pronti a dominarci attraverso le nostre stupide leggi che prima li fanno entrare come clandestini, poi li regolarizzano e, infine, li rendono ‘italiani’.

Con la ‘democrazia’ entreranno nei governi locali prima e quelli nazionali poi, dove faranno per le loro etnie quello che fa oggi la SVP appoggiando governi anti-italiani di sinistra. Poi non avranno più nemmeno bisogno della sinistra.

Yassine El Ghlid ha 31 anni, è nato in Marocco e ha ottenuto la cittadinanza italiana a 21 anni. Dare la cittadinanza italiana a questi invasori è un atto di puro masochismo: non sentiamo nemmeno la Lega chiedere il ritorno allo ius sanguinis, e questo è male, molto male. Perché nel giro di un decennio, anche senza lo ius soli, milioni di immigrati islamici diverranno ‘italiani’.

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Yassine è uno dei fondatori del primo partito politico etnico in Italia che rappresenta gli immigrati di seconda generazione. Un movimento che pensa agli interessi, ovviamente, di chi l’ha fondato, e si schiera a favore di una legislazione che garantisca la cittadinanza italiana a chiunque nasca in Italia.

La piattaforma programmatica poggia sulla rivendicazione dei diritti fondamentali per tutti e di una maggiore rappresentanza politica all’interno delle istituzioni locali.

Dice Yassine El Ghlid, fondatore di “Futuro è ora”: “Siamo stanchi di dover delegare ad altre persone le domande che ci riguardano. Perché quando si tratta di migrazione, di inclusione sociale, solo chi ha vissuto esperienze simili dovrebbe avere voce in capitolo“. Capito?

Yassine non è solo. Con lui altri invasori con storie simili: Serigne Khadim Dieng si è trasferito in Italia dal Senegal: “Crediamo che chiunque sia nato qui da genitori che sono entrambi immigrati debba avere il diritto alla cittadinanza italiana. L’Italia dovrebbe continuare a essere un Paese accogliente in cui chiunque può realizzare il proprio sogno. Per l’Italia era come il “sogno americano”. Vorrei che fosse lo stesso per tutte le persone che arrivano qui oggi”.

L’Italia non è un continente, è uno Stato nazione. Non siamo uno Stato fondato su un presunto ‘ideale’ come gli Stati Uniti, ma su terra e sangue. O ve lo mettete in testa, o ve lo metteremo in testa noi.




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