Boom coronavirus in azienda che dà lavoro a immigrati: 200 infetti a Treviso

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Riduzione della produzione del 50%, distanziamento fra le postazioni operative e diminuzione del numero di lavoratori per turno. Sono le decisioni assunte oggi nel corso di un vertice convocato dalla Prefettura di Treviso con organizzazioni sindacali, autorità sanitarie e municipali di Vazzola (Treviso) per affrontare la gestione del focolaio di contagi Covid-19 fra i dipendenti dello stabilimento agroalimentare Aia.

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Ma guarda, come Briatore:

Gruppo Aia: aumentano gli immigrati, diminuiscono le donne …

www.rassegna.it › articoli › gruppo-aia-aumentano-gli-i…
20 giu – … che tende a contrapporre donne italiane a lavoratori maschi stranieri“. Il gruppo Aia – prima azienda alimentare italiana per allevamento, … 8 stabilimenti e 4.425 dipendenti nel Veneto dove tuttora è concentrata l’attività …

C’è una componente affarista della cosiddetta destra, quella che per amore di sintesi definiremo ‘briatorina’, che pensa il problema siano ‘solo’ i clandestini. Non è così, anzi. Il vero cancro e la vera emergenza sono i cosiddetti ‘regolari’.




5 pensieri su “Boom coronavirus in azienda che dà lavoro a immigrati: 200 infetti a Treviso”

  1. Il cibo industriale è un argomento molto interessante.
    Il gruppo Veronesi nasce nei primi anni 50 e si occupa di mangimi per animali. Dal mangime ai polli il passo è breve perchè il primo contadino che non ti paga il conto è il primo a cui rubi il pollaio.
    Del gruppo fanno parte oltre alla “Veronesi” vera e propria, che si occupa di mangimi e “consulenza” per contadini, la Pellegrina che si occupa di allevamento, la AIA che si occupa di “food processing” e la Negroni che come saprete si occupa di insaccati. Almeno alla Negroni possiamo essere certi che non lavorino islamici, ma questo non esclude i negri. Quando comprate qualcosa o andate a mangiare da qualche parte pensate sempre a chi ha toccato cosa.

    1. Sì Antani, quasi tutte le aziende industriali del Nord attive nel settore alimentare impiegano dipendenti stranieri. Molti dei quali africani. Ed é uno schifo, perché se c’é un settore dove i ne(g)ri non vanno assunti, é quello alimentare, non solo come industria ma anche come GDO, perché siamo noi a mangiarli. Lo stesso discorso lo faccio anche per la ristorazione. É anche colpa dei giovani italiani, i quali anche non avendo un diploma o una laurea pretendono lavori intellettuali o di fare gli imprenditori, e snobbano il lavoro in fabbrica, perché “faticoso” o perché non prevede il sabato e la domenica liberi, perché devono fare l’aperitivo o i ca***ni in discoteca.

      Come scritto nella parte finale dell’articolo, i regolari sono il vero problema, non i clandestini. E lo sono soprattutto quando vengono naturalizzati. I loro figli, purtroppo, vengono integrati dai nostri figli a scuola che li trattano come “veri italiani” perché sono nati e cresciuti qua. E non é una buona cosa, soprattutto col disordine sessuale che c’è.

    1. Huffington Post ha una storia interessante: uno dei fondatori è Breitbart (proprio quel Breitbart lì). Volevano fare i soldi sulla falsariga di quel finocchio di Drudge ma con un taglio tipo “Capalbio”. Il blog è diventato una chiavica vera e propria nel 2011 quando sono stati acquistati da AOL che l’ha usato come discarica di tutto quanto di giudeo avevano nel loro portafoglio. Ma il meglio arriva nel 2015 quando AOL viene acquistata da Verizon. Da allora la versione americana è diretta da una lesbica cicciona negra che sta con una che ha la faccia da ebrea e un cognome sospettissimo. In Italia è una collaborazione diretta con l’Espresso. Quindi zecche con padrone giudeo.
      Il post invece è gestito da Sofri Luca e i soldi li mette Paolo Ainio tramite una azienda che si chiama Banzai SpA che forse non tutti conoscono ma è molto importante nel panorama informatico italiano. Ainio è anche nel consiglio di amministrazione di Mondadori, quindi possiamo sospettare che Silvio o i suoi familiari siano coinvolti.

I commenti sono chiusi.