Ristoratore si uccide nel suo locale: banca non aspettava

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Aveva acquistato il fondo del suo locale, a pochi passi da piazza Santa Croce, a Firenze: pochi mesi dopo il lockdown. Aveva sospeso il pagamento del mutuo, ma tra qualche giorno le rate sarebbero riprese, perché i turisti stranieri non torneranno nelle città d’arte fino alla prossima primavera, se tutto andrà bene, non prima del 2022, se tutto andrà come previsto, ma le banche mica aspettano. E il governo i pochi soldi li spende in accoglienza per i fancazzisti tunisini che affollano Lampedusa.

Così, sabato pomeriggio, mentre era al lavoro, ha deciso di togliersi la vita. Proprio lì, nel ristorante che era la sua vita, nell’attività che doveva essere il futuro dei suoi due figli e che invece ora vedeva come una zavorra che sarebbe ricaduta sulla sua bella famiglia per colpa sì di un evento imprevedibile, ma anche per la vergogna di un governo che se ne fotte degli italiani mentre sperpera miliardi di euro per sollazzare un esercito di centomila clandestini tra hotel e navi di lusso.

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Ve lo abbiamo già detto: ne uccide più l’immigrazione e il lockdown del coronavirus.

Purtroppo chi vive queste situazioni le vive come il proprio fallimento. Così rivolge la disperazione contro se stesso. Ed è questo che vuole il governo: una miriade di individui che rivolge la propria disperazione contro di sé invece che dare vita ad una rivoluzione. Vogliono soffocare la rabbia popolare nella disperazione individuale.




2 pensieri su “Ristoratore si uccide nel suo locale: banca non aspettava”

    1. bravo !
      fino a quando scriverai da anonimo, i destinatari delle tue giuste minacce si scompisceranno dalle risate e continueranno imperterriti nell’opera di distruzione dell’Italia e degli esseri indegni come te.

I commenti sono chiusi.