Mihajlovic e gli altri, chi va in Sardegna torna col virus: ma chi l’ha portato sull’isola?

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“Sinisa Mihajlovic, rientrato venerdì a Bologna, è stato sottoposto al tampone di controllo per il Covid-19 ed è risultato positivo. Il tecnico, che è assolutamente asintomatico, resterà in isolamento per le prossime due settimane, come previsto dal Protocollo Nazionale”. Lo rende noto il Bologna con una nota sul proprio sito ufficiale. La scorsa estate, al tecnico serbo fu diagnosticata una leucemia. Mihajlovic si è sottoposto alle terapie necessarie e ad un trapianto di midollo osseo eseguito a ottobre.

“Sono stati effettuati in questi giorni anche i tamponi sul gruppo squadra della Primavera, risultati tutti negativi. Domani saranno effettuati i test sui giocatori e i collaboratori della Prima squadra”, fa sapere il club.

Pare che andare in Sardegna sia ormai garanzia di infettarsi con il coronavirus. Visto che d’estate è molto meno letale, forse è il caso di favorire questa diffusione.

Il problema verrà in autunno, quando la diffusione sarà accompagnata da una più alta letalità ‘grazie’ al clima.

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Verrebbe da chiedersi chi ha portato il coronavirus in Sardegna, visto che la regione era Covid-free. Forse le centinaia di algerini che sbarcano e poi si diffondono liberamente sul territorio:

E’ allarme sbarchi infetti in Sardegna: altro che movida, il virus arriva dai barconi

Intanto, l’ex governatore della Sardegna Ugo Cappellacci, deputato di Forza Italia, ha denunciato il premier Giuseppe Conte. Sabato mattina, come riferisce il Giornale, l’onorevole ha depositato in Procura a Cagliari un esposto contro il governo per verificare se i contagi di importazione di coronavirus e il caos tra discoteche e resort nel pieno della stagione turistica dell’isola potessero essere evitati. Secondo Cappellacci, la risposta è sì: sarebbe bastato che il governo accordasse al governatore in carica Christian Solinas, anche lui di centrodestra, la possibilità di chiedere un “passaporto sanitario” ai turisti in arrivo. Richiesta brutalmente respinta da Palazzo Chigi perché considerata “discriminatoria” nei confronti di chi proveniva dal “continente” e addirittura “anticostituzionale”.

Come sia sfuggita di mano la situazione, oggi, è evidente a tutti. Solinas difende la regione (“Non siamo noi gli untori”), il Lazio (amministrato dal dem Nicola Zingaretti) chiede di effettuare i tamponi ai turisti non a Civitavecchia, al loro ritorno a casa, ma agli scali sardi, prima del ritorno. Un caos che sta compromettendo il proseguimento di questa già breve e complicatissima stagione turistica. Cappellacci, ai magistrati, chiede di verificare se ci sia “un nesso causale tra il rifiuto e i contagi che ci sono stati e se in tal caso vi siano gli estremi per configurare il reato di epidemia colposa”. Per Conte e il governo piove sul bagnato, visto che anche la Lega ha deciso di denunciare l’esecutivo per “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina con l’aggravante del coronavirus”.