Lampedusa scoppia, il centro estivo dei bambini trasformato in dormitorio clandestini – VIDEO

Vox
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La Chiesa è diventato un grave problema democratico e di ordine pubblico.

Proseguono senza soluzione di continuità gli sbarchi a Lampedusa, con altri 19 migranti intercettati a bordo di un barchino dagli uomini della Capitaneria di porto. Si aggiungono ai 267 approdati in poche ore in sette sbarchi sulla più grande delle Pelagie, dove l’hotspot di contrada Imbriacola è ormai al collasso. “L’ultimo aggiornamento parla di poco meno di 1.500 ospiti, una condizione insostenibile, un dato sconvolgente”, dice all’Adnkronos il sindaco Totò Martello, sottolineando che in discussione c’è lo stesso concetto di accoglienza. “Siamo davanti a una gravissima mancanza di rispetto, all’inosservanza di regole che dovrebbe rispettare in primo luogo il Governo che le ha stabilite”.

Una condizione aggravata dalle “continue fughe” dalla struttura di contrada Imbriacola che fino ad oggi lo stesso sindaco negava. “E’ un fenomeno quotidiano”, dice il sindaco. Gli ultimi, circa una quarantina, sarebbero riusciti ad allontanarsi ieri dal centro. E proprio ieri il primo cittadino in una lettera aperta al premier Conte ha puntato il dito contro l’inefficienza dell’Esecutivo. “In queste condizioni il suo governo non è in grado di garantire le norme di sicurezza, non solo sanitarie, sull’isola – aveva scritto -. Quindi, basta con provvedimenti tampone, basta con questo silenzio assordante: lei ed il suo governo non potete tacere di fronte a ciò che sta accadendo a Lampedusa!”.

“Non chiedo chissà quali misure ma che si trasferisca questa gente dall’hotspot che non ha una capienza illimitata e non è una fisarmonica che può allargarsi o restringersi a seconda delle necessità”, dice. Intanto oggi, come conferma il primo cittadino, non ci sono stati trasferimenti. Pare, infatti, che ci siano difficoltà a reperire posti disponibili nelle strutture d’accoglienza delle altre regioni. “O provvedono a svuotare l’hotspot o ci penseremo noi”, aggiunge il primo cittadino, che si dice pronto a “proteste clamorose” nel caso in cui non arrivino risposte da Roma. Intanto, però, il suo appello di ieri sembra essere caduto nel vuoto. “Evidentemente non sanno cosa dirmi oppure devo pensare che siano tutti in ferie…”.




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