Esperto smonta Bellanova: “Non esistono lavori che italiani non vogliono fare”

Vox
Condividi!

Gian Carlo Blangiardo, già professore di demografia all’Università di Milano-Bicocca e ora presidente ISTAT, smonta la propaganda sull’immigrazione.

VERIFICA LA NOTIZIA

«L’immigrazione va gestita con criteri di sostenibilità, per non compromettere il benessere di chi c’è e di chi arriva. Possiamo permetterci di ricevere chi vada a colmare effettive carenze in determinati settori. Penso agli indiani che mungono le mucche della pianura padana, alle badanti dell’Est Europa Il mercato, alle condizioni attuali, ha un certo bisogno di manodopera straniera. Sottolineo: alle condizioni attuali». Ovvero prima del coronavirus. Oggi, anche tra 2,5 milioni di immigrati che lavorano sugli oltre 5 milioni che risiedono in Italia, una buona metà non serve. E’ per questo che è folle importare manodopera extracomunitaria anche quando serve: perché poi, sia per eventi imprevedibili che per miglioramenti nella produzione, non servono più. E ti rimangono sul groppone.

E’ ufficiale: lavoro, immigrati sostituiscono i giovani italiani

«Basterebbe alzare il livello delle retribuzioni e cambiare certi contratti per spingere i giovani italiani a fare quei lavori che oggi non fanno. Nella mia università il personale che fa la vigilanza è in buona parte straniero, ma non credo che i nostri disoccupati, a certe condizioni, non siano disponibili a quel tipo di lavoro. E comunque, anche ammettendo lacune settoriali da colmare facendo ricorso a manodopera straniera, va fatta una riflessione sull’andamento futuro del mercato del lavoro».

«In molti campi un giorno potrebbe non esserci quella richiesta di forza lavoro che oggi ancora c’è. E i buchi nella popolazione non avrebbero quindi bisogno di rimpiazzi».

Addio immigrati, ora la frutta la raccolgono i Robots – VIDEO

Vox

«L’Inps incassa i contributi di giovani immigrati e li usa per pagare gli assegni. Ma vanno considerate due cose. Anzitutto, è vero: noi abbiamo bisogno ogni anno di un certo numero di nuovi lavoratori che versino contributi. Ma non necessariamente devono essere stranieri, potrebbero anche essere donne o giovani italiani, per citare due categorie il cui tasso di partecipazione al mercato del lavoro è basso».

«I contributi versati dagli immigrati sono un prestito, non un regalo. Andranno restituiti sotto forma di assegni pensionistici. Non si può mica sperare che gli immigrati si dimentichino di quanto hanno versato in Italia e se ne tornino nei Paesi d’ origine senza reclamarlo…».

«Io ho fatto qualche calcolo, confrontando anno dopo anno il numero dei sessantacinquenni presenti in Italia con il numero delle persone nate in Italia 65 anni prima. Inizialmente il primo numero è inferiore: di tutti i nati, non tutti sopravvivono fino a quell’ età. Col tempo, il primo numero diventa maggiore. Come si spiega? A compiere 65 anni sono soggetti non nati in Italia, ma invecchiati qui. Ebbene, all’ incirca dal 2030 in poi la differenza tra i due numeri è nell’ ordine di 200 mila persone all’ anno».

Duecentomila immigrati che ogni anno arriveranno vicini all’ età della pensione.: «Gente che, però, è arrivata qui magari a 30 anni, o anche a 50 (pensiamo alle badanti ucraine), e che spesso, prima di firmare un regolare contratto di lavoro e versare i contributi, ha lavorato per un certo periodo in nero. Quando andranno in pensione, i loro assegni, calcolati col metodo contributivo, saranno molto esigui. Alcuni, è da pensare, talmente modesti da dover essere integrati dalla fiscalità generale. Sempre che ce lo si possa permettere».

Insomma, se si comparano i benefici ai costi le affermazioni di Boeri si rivelano unilaterali.
«E non abbiamo calcolato i costi delle prestazioni di altra natura, dalla scuola all’ assistenza sanitaria. Basta andare in un pronto soccorso e vedere il numero di stranieri per farsene un’ idea».




4 pensieri su “Esperto smonta Bellanova: “Non esistono lavori che italiani non vogliono fare””

  1. C’è da considerare altro punto molto importante.
    Se un italiano versa tot contributi e poi va via dall’italia non può richiedere nessun rimborso.
    Se un immigrato lavora tot anni in Italia ed ha versato i contributi può richiedere i le trattenute indietro.

  2. immigrazion eurobia e EuRss uguale KALERGI PLAN, cosi sterminati i binachi o meticciati potra proseguire il dominio dei candelabri followers!

I commenti sono chiusi.