HU è il cognome più diffuso a Milano

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Sostituzione etnica. E poi ci sono governatori che vanno a mangiare il laviolo:

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E’ il cinese Hu il cognome più diffuso in assoluto a Milano, sia tra gli uomini sia tra le donne e dunque anche nella classifica totale. Secondo quanto comunica l’Anagrafe del capoluogo, a metà 2020 la novità più rilevante è che il cognome Hu supera Rossi nella graduatoria femminile, 2.210 contro 2.133, mentre tra i maschi il sorpasso era avvenuto da tempo e il conto è di 2.454 Hu contro 1.873 Rossi. Il totale è così di 4.664 Hu e 4.006 Rossi. Al terzo posto figura il cognome Colombo (1.543 maschi e 1.832 femmine, totale 3.375), al quarto Ferrari (1.506 maschi e 1.720 femmine, totale 3.226).

Sveglia Salvini, si stanno prendendo la tua città. ‘Regolarmente’.




7 pensieri su “HU è il cognome più diffuso a Milano”

  1. Già è grave che a Milano o Torino, ai primi posti della graduatoria tra i primi 20 cognomi più diffusi, sono presenti Russo, D’Agostino, Giordano, Messina, ecc., tutti meridionali, figurarsi quanto lo sia per la presenza di cognomi stranieri.

    1. Per Torino va ringraziata la FIAT che ai bei tempi ha attirato mezzo meridione. L’espressione di stupore più diffusa è “minghiazioffà oh” quando dovrebbe essere “boja fauss”.

      1. Esatto, è un lascito della deportazione degli anni cinquanta-sessanta, quando centinaia di migliaia di meridionali emigrarono al Nord.

    2. Che siano presenti cognomi meridionali non è necessariamente un male.
      Io però insisterei sul fatto che il cognome non sempre fa il monaco. Conosco ragazzetti, purtroppo amici o fidanzati di giovani donne conoscenti, che hanno cognomi italianissimi, a volte, credo per adozione, eppure sono marroni come la m…a.
      C’è qualcosa che non quadra evidentemente.
      Pur ritenendomi lontano dal cosiddetto ‘nazismo’, alcune posizioni che esprimo e che vengono prese per ‘naziste’ dal volgo (non necessariamente semianalfabeta), sarebbe necessarie per pristinare una normale situazione del popolo italiano come l’abbiamo ereditata e mi allargherei a dire popoli europei. Ad esempio sarei favorevole alla completa parificazione con italiani di tutti gli europidi di fenotipo bianco, a patto di cambiare cognome e dare nomi ai propri figli, italiani. Di quello che si fa in casa non si può, e non si deve, avere il controllo, ma facendo questo avremo sicuramente bimbi e poi adulti che saranno minimo bilingui, e alla terza generazione saranno solamente italiani.
      Per neri, gialli, meticci, nordafricani, il discorso è più complesso. Ritirare la cittadinanza è un’opera difficile, ed è per questo che corrono a volerla regalare, e francamente non so come se ne possa uscire con un sistema ‘legalistico’. Si potrebbe affiancare alla cittadinanza la dizione “di nazionalità”, a quel punto però come dare un rilievo giustamente maggiore al cittadino italiano di nazionalità tirolese o slovena, rispetto al cittadino italiano di nazionalità senegalese?
      Dovremmo, a mio parere, discutere di queste cose e non di cazzate che ho letto recentemente e truci minacce reciproche. Ma parlare di queste cose serie richiede tempo, pazienza, a leggere e scrivere, richiede spremere le meningi, e vi assicuro che certi ‘delinquenti’ hanno molto più in odio chi come me cerca da tempo di riflettere su un programma organico e proponibile all’opinione pubblica, di chi sbraita semplicemente offese alle altre etnie, che di per se sono rispettabilissime, ma il problema è proprio quello di non vederle tutte affogate in un unicum marroncino.
      Tornando a noi, il sistema ‘tedesco’, non mi soddisfa, poiché esso parla di un quarto di sangue straniero, peraltro sedicente ebraico, mentre gli ashkenaziti discendendo dai kazari sono etnicamente caucasici anche se di religione ebraica, e non tocca minimamente il problema ‘nero’, che oggettivamente non c’era nella Germania degli anni 30, e se c’era, come i figli degli invasori africani messi dai francesi a presidio del Reno, fu liquidato senza nessun tipo di provvedimento.
      Cioè, mettevano nei campi ebrei biondi e lasciavano cittadini tedeschi meticci di colore, che donne di scarsa moralità ebbero concepito con gli invasori messi a bella posta in suolo prussiano per umiliarli, già questo mi ha sempre fatto pensare.
      Il problema è che forse un nipote di un tunisino può essere indistinguibile da un italiano, se parla solo italiano e si adatta alla civiltà italiana, ma il bisnipote di un nigeriano rimane un nigeriano. Almeno per come la vedo io, sperando nessuno si arrabbi se ancora oso esprimere la mia personale opinione in proposito.
      Risolvere questo spinoso problema sarà affidato, in maniera sempre più difficile, alle generazioni future, ma dovrà essere affrontato prima o poi, oppure semplicemente ci si dirà che ormai è tardi, e che il futuro è meticcio.

      1. Eh purtroppo i ne(g)retti adottati da coppie (irresponsabili e criminali) italiane, vengono considerati dai loro coetanei italiani originali, come italiani a tutti gli effetti. A me non frega nulla se portano cognomi italiani, parlano italiano, sono cresciuti in Italia e sono integrati: sono ne(g)ri e basta, e non esistono italiani ne(g)ri! A parte che i diretti interessati, come il famoso Barwuah, ci tengono alla loro “negrezza”, specialmente quando si tratta di insidiare le donne bianche. Lì si scordano della loro “italianità” ed emerge la loro natura, quella che gli impone di recare un affronto e un’umiliazione a noi uomini bianchi facendo sesso con le nostre donne. Siccome ormai gli afroislamici con cittadinanza italiana sono una realtà che esiste ed è sempre più numerosa, urge in Italia una legge sulla segregazione razziale come quella vigente negli USA fino ai primi anni sessanta, che impediva eccessivi contatti tra i componenti delle diverse razze nella vita quotidiana.

        Una cosa simile esiste in Alto Adige con la proporzionale etnica, e riguarda tre gruppi etnolinguistici (tedesco, italiano e ladino), che hanno in comune il passaporto, e che ovviamente non condivido, visto che si tratta di gruppi di razza caucasica. Però la proporzionale etnica non ha impedito l’esistenza di un 15% di famiglie mistilingue in provincia di Bolzano.

        1. La cosa più insopportabile è che in tutto l’occidente ci sono coppie di bianchi che adottano bambini neri, alcune di queste coppie sono anche molto benestanti e altre ricchissime, e invece di fare figli loro stessi visto che hanno grandi disponibilità economiche, cosa fanno? Adottano bambini africani, allucinante.

          1. Gente che non ha valori e principi, c’è poco da fare. Decisamente schifosa. Non ci tengono a perpetuare i propri geni, cosa a cui invece i ne(g)ri tengono moltissimo.

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