Poliziotti furiosi: “Ci vogliono 2 anni per espellere un pakistano”, 2 anni in hotel

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E’ piena emergenza al confine con la Slovenia. L’allarme lo lanciano i poliziotti, pochi, che sono impegnati lungo la frontiera. E di loro si fa portavoce Fabrizio Marras, segretario generale provinciale di Gorizia della FSP Polizia di Stato (Federazione Sindacale di Polizia).

Marras spiega che “nell’ultimo mese, in particolare, c’è stato un incremento sostanziale di arrivi di cittadini extracomunitari provenienti dalla “rotta balcanica”. Che ha interessato il nostro territorio e che lo ha portato ad essere ancora una volta una delle mete più ambite dai migranti. Agevolati da organizzazioni criminali senza scrupoli”.

Si tratta di clandestini da Pakistan, Afghanistan, Bangladesh e Sri-Lanka. La crème.

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“Le statistiche del Ministero dell’Interno – sottolinea Marras – parlano chiaro: solo il 15% di loro ottengono, dopo un iter che può durare anche anni, il permesso di soggiorno per asilo politico o protezione sussidiaria. Gli altri sono i cosiddetti “migranti economici”. Cioè persone che intendono entrare in Europa al fine di migliorare le loro condizioni di vita rispetto al proprio paese d’origine”.

In realtà è già ridicolo che il 15% di pakistani e bengalesi ottenga asilo, solo in una repubblica delle banane può accadere. Ma è ancora più ridicolo che l’85% che non lo otterrà, con la semplice “richiesta di asilo” vinca due anni in un hotel italiano. A spese vostre.

I clandestini non attraversano ufficialmente i valichi di frontiera ma usano passaggi alternativi, magari tra i boschi, cercando ovviamente d’eludere i vari controlli, per farsi infine trovare dalle Forze dell’Ordine italiane una volta arrivati a traguardo in Italia”. In Italia infatti l’espulsione non è per nulla facile e questo va incontro agli interessi di chi entra illegalmente.

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In realtà l’espulsione proprio non esiste. Come spiega il poliziotto: “Per quanto riguarda l’eventuale espulsione degli stranieri arrivati in Italia in questi mesi, come annunciato dal ministro dell’Interno, credo che sia una strada non percorribile – spiega Marras – Salvo casi eccezionali, la normativa vigente dispone che il richiedente di “protezione internazionale” non possa essere espulso dal territorio dello Stato fino a quando la competente Commissione Territoriale non abbia espresso un giudizio in merito alla domanda dallo stesso presentata. Forse qualcuno verrà espulso, ma non prima di 1-2 anni”.

Una barzelletta. E come vuole ‘risolvere’ la situazione questo governo di parassiti? Abrogando i decreti sicurezza e quindi rimettendo la famigerata ‘protezione umanitaria’, così da rendere anche l’85% degli esclusi ‘profugo’.