Poliziotti a Governo: “Ormai Lampedusa è stata conquistata dai clandestini”

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Oltre 5.500 clandestini in una decina di giorni. Più della popolazione stabilmente residente. Una pausa solo per il mare in tempesta. Ora sono gli stessi poliziotti ad ammettere l’evidenza: i tunisini hanno conquistato Lampedusa. Lo Stato non esiste perché non riesce e non vuole controllare le proprie frontiere.

Lampedusa ormai è stata “conquistata” dagli stranieri irregolari che, giorno dopo giorno, sono sbarcati a Lampedusa senza che nessuno opponesse loro il divieto di sbarcare. L’altra notte, “ha dichiarato il Segretario Generale del Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO.) Antonio de Lieto, con più imbarcazioni sono sbarcati circa 200 immigrati. Ovviamente costoro sono stati accolti con tutti gli onori di casa a loro riservati, e sono stati trasferiti all’hotspot di Contrada Imbriacola, nell’attesa dell’arrivo della lussuosa nave quarantena a spese dello Stato italiano, quindi di tutti i contribuenti. Il Presidente del Consiglio Conte – ha continuato de Lieto – si è espresso contrario agli ingressi irregolari. Di seguito si trascrive la dichiarazione riportata dai maggiori organi di stampa:

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“NO AGLI INGRESSI IRREGOLARI SAREMO INFLESSIBILI”. Il Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO.), non ha alcun motivo per non credere al nostro Presidente del Consiglio e, al riguardo sommessamente si permette di suggerirgli di chiudere tutti i nostri porti ivi compreso i confini terrestri con l’EST. Il comportamento spavaldo, provocatorio, insubordinato ed intimidatorio assunto ultimamente da taluni stranieri anche con eclatanti manifestazioni di protesta, suona come uno schiaffo al nostro Paese che li ha accolti pur essendo degli irregolari. Non è più possibile sopportare tutto ciò – ha concluso il leader del LI.SI.PO. – L’Italia non è “terra di conquista” è il momento che il nostro Governo “mostri i muscoli”. Da subito espulsioni coatte per chi non ha diritto di rimanere sul nostro territorio!!!”. Illusioni.

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Immigrazione e rischio sanitario ‘miscela esplosiva’ secondo il Sindacato di Polizia

Non si tratta di essere discriminanti e men che meno distinguere le persone dal colore della pelle o dalla nazionalità, tutt’altro, dichiara Eugenio Bravo. Il massivo arrivo di immigrati nelle coste italiane che, come già segnalato dal Segretario Generale Nazionale Siulp mette a grave rischio la tenuta dell’apparato sicurezza, a cui si aggiunge il pericolo di contagio da coronavirus, opportunamente segnalato dagli organi d’informazione, sottolinea la plastica rappresentazione di quello che può replicarsi nei territori italiani, laddove si stanziano gli immigrati sfuggiti al controllo dei CARA o che raggiungono nascostamente le nostre coste a bordo dei “barchini”.

Su questo argomento è necessario che vi sia la massima trasparenza e chiarezza, legata ad un necessario senso di responsabilità poiché, ribadisce il Segretario della provincia di Torino, trattasi non di discriminazione, ma di puro e semplice raziocinio che dovrebbe indirizzare le intelligenze di chi ha l’onere di tenere sotto controllo una potenziale epidemia. Questi immigrati che vengono intercettati dalle pattuglie del controllo del territorio ed ospitati poi nel CPR di Torino, dapprima chiedono asilo politico (ed è anche successo che l’organo giudicante, decidesse di farli uscire dal CPR, liberi di circolare nel territorio urbano, in attesa della decisione in merito alla richiesta di Asilo, bypassando pericolosamente la normativa che prevede la loro permanenza in sicurezza all’interno del CPR) poi, poiché per essere rimpatriati in Tunisia, (oggi si tratta soprattutto di immigrati tunisini) è necessario che gli immigranti si sottopongano al tampone 72 ore prima di essere rimpatriati, molti di loro, sapendo di questa procedura, si rifiutano di sottoporsi al tampone e continuano a permanere all’interno dei CPR, rischiando di compromettere la capienza dei posti disponibili, che restano occupati da costoro, creando un serio problema di sistemazione per gli altri immigrati in arrivo dagli accompagnamenti scortati dai Reparti Mobili e uffici immigrazione o portati dalle pattuglie del controllo del territorio.




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