Le cosiddette ‘profughe’ del centro di accoglienza erano in realtà prostitute. Non è una novità, e l’ennesimo caso arriva da Capo d’Orlando, in provincia di Messina.
Questa mattina i carabinieri hanno eseguito nove misure cautelari con l’accusa di favoreggiamente della prostituzione e spaccio di stupefacenti. Il regista di questa operazione era un abitante del paese, Giuseppe Campisi di 65 anni.
L’uomo faceva da taxi alle clandestine, accompagnandole dallo Sprar – il servizietto che il governo abusivo vuole moltiplicare – ai vari appuntamenti, fornendo loro anche un posto dove prostituirsi. Inoltre il Campisi recapitava a giovani migranti hashish, cocaina e marijuana per venderla. Non è la prima volta che in Sicilia nei centri migranti accade una vicenda simile. L’indagine del 2018 nasce dall’accertamento di un’avviata attività di prostituzione di numerose ospiti del centro di accoglienza.
Giuseppe Campisi è agli arresti domiciliari ed è ritenuto responsabile di favoreggiamento della prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti, mentre gli altri componenti della banda sono tutti in concorso tra di loro per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Del resto è noto che l’80 per cento delle poche donne che arrivano sui barconi sono prostitute della mafia nigeriana. Il resto sono gli spacciatori della mafia nigeriana.
Mi sono sempre chiesto come si faccia a pagare per farsi una nigeriana. I gusti sono gusti, ma alcuni hanno gusto per l’orrido.