IMMIGRATI IN RIVOLTA INCENDIANO CASERMA E FUGGONO DA QUARANTENA – VIDEO

Vox
Condividi!

Mattinata di violenza alla caserma Cavarzerani di Udine. Disordini. I 500 clandestini hanno protestato con urla e cori e hanno incendiato parte della struttura. Per altri 14 giorni la ex caserma è stata dichiarata zona rossa, quindi off limits. I migranti speravano di uscire e invece rimarranno confinati nella struttura a causa dell’arrivo di nuovi contagiati. Sono per lo più maschi pakistani e afghani, gentaglia avvezza alla guerriglia.

“Inaccettabile: entrano illegalmente in Friuli Venezia Giulia e si permettono pure di fare rivolte se chiediamo la quarantena per tutelare la salute pubblica”. Così il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, su quanto accade alla ex caserma Cavarzerani di via Cividale, con la rivolta dei migranti bloccati all’interno della struttura. “I nostri cittadini sono stati chiusi a casa per settimane con grande senso di responsabilità, mentre immigrati entrati clandestinamente si ribellano. Faccio un appello al Governo sperando che ascolti: cacciateli subito al di fuori dei confini nazionali”.

L’assessore alla sicurezza, Alessandro Ciani, ha confermato che gli ospiti della struttura dovranno sottoporsi ad altri 14 giorni di quarantena. Alle 14.30 sarà sul posto il questore – Manuela De Bernardin Stadoan –. Il prefetto Angelo Ciuni deciderà se trovare nuove aree per accogliere i migranti. Il Comune di Udine, per il momento, non ha dato la disponibilità a individuare nuove aree in città.

Ciani ha parlato ai microfoni di Udinese Tv: “È una situazione molto delicata, si tratta di episodi che si verificano su tutto il territorio nazionale. Oltre all’emergenza migratoria c’è anche quella sanitaria – spiega –. Ci confronteremo con questura e prefettura. La cittadinanza non vuole problemi per la salute pubblica. Va tutelato il diritto dei cittadini di non avere nuovi focolai e contagi. Gli udinesi sono stati corretti e hanno fatto grandi sacrifici nei mesi passati. Siamo stati due mesi in casa rinchiusi e non vogliamo altri sacrifici. È colpa del Governo – chiude Ciani – che sta sottovalutando la rotta balcanica, si parla solo di Lampedusa”.