Chiesa di Bergoglio invita i cristiani a partecipare alla festa islamica dello Sgozzamento

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Che la Chiesa di Bergamo non stesse bene lo avevamo intuito:

Ma sta molto peggio del previsto. E’ moribonda. Si predica una sorta di sincretismo religioso con l’Islam invitando i cristiani a prendere parte alla festa islamica dello Sgozzamento che si è svolta ieri tra migliaia di animali sgozzati vivi e lasciati morire goccio a goccia.

Uno Scalabrini (parente? boh), direttore dell’ufficio per il dialogo interreligioso della diocesi di Bergamo, avvisa tutti i parroci (clicca qui) che il 31 luglio ricorre una festa importantissima. Voi penserete: sant’Ignazio di Loyola. Invece no, si tratta di ‘Aid Al-Adha, la Festa del Sacrificio per i musulmani. Il «dialogo» (l’unica cosa rimasta del Concilio Vaticano II dopo mezzo secolo) impone quanto segue: «Si raccomanda di offrire sostegno ai fratelli e alle sorelle musulmani nel trovare le modalità migliori per poter celebrare questa festività». Nell’avviso ai parroci si ricorda opportunamente che detta festa rammenta il mancato sacrificio di Ismaele da parte di Abramo, cui Dio fermò la mano e fornì come vittima un montone.

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Ora, poiché abbiamo seri motivi di ritenere che i parroci leggano la Bibbia solo quando la liturgia lo impone, sarebbe stato forse utile ricordare che il figlio sacrificando di Abramo era Isacco, capostipite degli ebrei, non Ismaele, capostipite degli arabi. Sarebbe bastato, per esempio, dire così: «Abramo avrebbe dovuto sacrificare Isacco, così crediamo noi cristiani e gli ebrei; invece i musulmani…». Evidentemente è troppo divisivo e poi, è bene ricordarlo, se c’è una religione diciamo così nervosa questa è l’islamismo, perciò è prudente lisciarlo per il verso del pelo. Va bene, comprensibile, si chiama diplomazia.

Ma che significa «offrire sostegno ai fratelli e alle sorelle musulmani nel trovare le modalità migliori»? Mettere a disposizione le sale parrocchiali per lo scannamento collettivo di pecore, capre e arieti secondo le modalità halal? Ma i preti bergamaschi l’hanno mai visitato un macello di rito islamico? La bestia deve essere sgozzata, poi appesa per le zampe posteriori e lasciata a dibattersi finché il sangue non sia colato giù tutto, cosa che può richiedere un po’ di tempo. Sì, sappiamo che gli animalisti non diranno nulla, visto che sono troppo occupati a salvare l’orsa fuggiasca del Trentino, e poi sono più politicamente corretti degli ecologisti e dei Black Lives Matter.

Ora, il resto della mielosissima raccomandazione dell’ufficio ecc. ecc. lo risparmiamo al lettore, credo sia disponibile in rete per chi ama questo genere di cose (qui). La domanda, però, è: risulta da qualche parte nel mondo che musulmani così lisciati abbiano ricambiato con noi kafir? In soldoni, aprire stanze, borsa e braghe ai «fratelli» porta frutto? Scalabrini senior insegnava che l’unico frutto interessante per i cattolici è la conversione, sennò non si sarebbe dato la pena di fondare congregazioni missionarie ma avrebbe creato l’ennesimo ramo francescano.

Infine, proprio a Bergamo, epicentro italiano del Covid, bisognava triplicare l’affollamento per Aid Al-Adha aggiungendoci i cattolici dell’era Bergoglio? Magari, per una volta, bastava un telegramma di felicitazioni che invitasse, semmai, i musulmani bergamaschi a «sentirsi tutti parte di una comunità che condivide lo spirito di fratellanza umana a cui Papa Francesco si appella».

Non c’è nulla di più lontano dal Cristianesimo dello sgozzamento rituale. A parte la vicenda di Isacco, che già segnava una prima rottura, per non parlare dei Romani che inorridivano rispetto ai sacrifici umani della semitica Cartagine, Gesù non avrebbe mai permesso l’inutile sofferenza di creature che sono parte del Creato.




8 pensieri su “Chiesa di Bergoglio invita i cristiani a partecipare alla festa islamica dello Sgozzamento”

  1. Lasciamolo perdere il sacrificio di Isacco, quello è Antico Testamento, e quest’ultimo è sinonimo di Ebraismo. Il Cristianesimo è fatto dai quattro Vangeli, ovvero dalla riforma fatta prima da Gesù e poi dal giudeo ellenizzato Paolo di Tarso.

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