Camici donati: l’indagine più pazza del mondo

Vox
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Qui abbiamo una burocrazia che per motivi demenziali lascia medici senza camici in nome di leggi idiote.

E’ stato l’ufficio legale di Aria, la centrale acquisti di Regione Lombardia, a dare il parere negativo e quindi a non accettare la donazione di camici da parte della Dama, società di cui il cognato del governatore della Lombardia Attilio Fontana, Andrea Dini, è amministratore delegato e la moglie ha una quota del 10%. E’ un particolare che emerge dalle indagini sulla vicenda della fornitura di 75 mila camici e altri dpi per oltre mezzo milione di euro e trasformata in corso d’opera in donazione. Donazione di “non modico valore” che, secondo il codice, necessita dell’atto pubblico notarile e della presenza di due testimoni. Quindi non era sufficiente la mail mandata da Dini lo scorso 20 maggio all’allora dg di Aria Filippo Bongiovanni per revocare il contratto di fornitura. In più, a contribuire al rigetto del cospicuo regalo è stato anche il conflitto di interessi.

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Rendiamoci conto che ci sono indagini sulla fornitura gratuita di camici durante un’emergenza mentre non si indaga su 14 milioni di euro che Zingaretti ha fatto sparire verso conti non specificati.

Ovviamente quello di Zingaretti è un gesto imbecille, ma visto che è stato replicato anche da Bonaccini, sarebbe interessante indagare se di imbecillità trattasi o di atto criminale.




Un pensiero su “Camici donati: l’indagine più pazza del mondo”

  1. In uno Stato normale sono 3 eventi che non dovrebbero verificarsi. Che ne indaghino uno solo altrettanto non dovrebbe stupirci. Andrei in cerca di un ebreo se non ci fosse Zingaretti in primo piano.

I commenti sono chiusi.