Bergoglio: non una parola sulla Cattedrale di Nantes e il profugo africano

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Nell’Angelus di oggi da piazza San Pietro, Bergoglio ha affrontato vari temi sociali e di politica estera: ha rinnovato, per esempio, l’appello all’Onu al “cessate il fuoco globale e immediato”, con un pensiero alle popolazioni dove le conseguenze della pandemia da coronavirus “sono aggravate da situazioni conflitto”. Ha poi citato la crisi nel Caucaso: “Seguo con preoccupazione il riacuirsi nei giorni scorsi delle tensioni armate tra Armenia e Azerbaigian. Mentre assicuro la mia preghiera per le famiglie di coloro che hanno peso la vita negli scontri, auspico che con l’impegno della comunità internazionale e attraverso il dialogo e la buona volontà delle parti si possa giungere a una soluzione pacifica duratura che abbia a cuore il bene di quelle amate popolazioni”.

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Poi: “Gesù racconta che, nel campo in cui è stato seminato il buon grano, spunta anche la zizzania, un termine che riassume tutte le erbe nocive, che infestano il terreno. Fra noi, possiamo anche dire che anche oggi il terreno è devastato da tanti diserbanti e pesticidi, che alla fine fanno pure male sia all’erba, che alla terra e alla salute”.

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Non una parola, invece, su quanto accaduto in Francia.

Stranamente, neanche una parola sugli immigrati. Forse ha pensato che mentre arrestato un profugo per l’incendio della Cattedrale, sarebbe stato un tantino eccessivo. Meglio tacere. E lavarsene le mani.




Un pensiero su “Bergoglio: non una parola sulla Cattedrale di Nantes e il profugo africano”

  1. Dipende sempre chi intende per zizzania e diserbanti, ma inutile a dare spiegazioni ad uno che di fronte a cristiani neri e quindi non bianchi ed occidentali , ammazzati dall’ odio religioso e razziale non proferisce nessuna parola di sdegno, ci siamo detti tutto.
    La prossima volta anziché recitare l’angelus, reciti l’ adman, la preghiera islamica.

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