Carabiniere massacrato da 10 immigrati: punito dallo Stato perché interviene

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Militare pestato da 10 stranieri. Per ‘punizione’ gli negano 30 euro di indennità

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Un maresciallo capo di 51 anni operativo al III Reggimento carabinieri Lombardia, la notte del 21 giugno scorso è in un bar di piazzale Loreto. Non è in servizio.

Nonostante questo interviene quando degli immigrati causano disordini. Si qualifica come carabiniere, prova a sedare gli animi. Ma otto o dieci immigrati lo accerchiano e lo massacrano di botte:

DIECI IMMIGRATI MASSACRANO CARABINIERE A SEDIATE E CALCI

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Volano sedie, pugni, calci. Solo la sua stazza gli permette di cavarsela con ferite al volto, alla testa e all’emitorace.

Dall’inizio della rissa fino alle 11.30, quando è stato dimesso dal Fatebenefratelli dove era arrivato in codice giallo, sono passate circa otto ore. Otto ore che con un po’ di buonsenso si possono considerare “di servizio”, dunque da pagare. E invece quando in questi giorni il maresciallo ha ricevuto la busta paga non s’è visto assegnare nulla. Come se quel giorno non avesse lavorato. Per protestare contro quella che considera una ingiustizia, si è così rivolto al Nuovo Sindacato Carabinieri (Nsc) che ha spedito una missiva di fuoco al comando generale dei carabinieri. Se è vero che tecnicamente il militare non era “comandato di servizio”, dunque nulla gli spetterebbe, secondo Nsc dal momento in cui si è qualificato come carabiniere è da considerarsi operativo. In fondo “non si sarebbe mai trovato su un letto di ospedale” se non avesse deciso di ottemperare al suo dovere. E poi ha dopo essere uscito dal Fatebenefratelli ha pure dovuto redigere l’annotazione di polizia giudiziaria. Insomma: per aver lavorato, ha lavorato. Anche se fuori servizio. Si aspettava un riconoscimento, magari le indennità come la presenza estiva, le ore notturne passate in barella o la presenza esterna. Mica per il valore economico in sé – in tutto 30 euro lordi -, ma per quello morale. Senza considerare che, se non si fosse ferito, da lì a pochi giorni sarebbe partito per la Val di Susa e avrebbe incassato le indennità di missione. Soldi che non fanno mica male, soprattutto quando lo stipendio non è grasso che cola.

Il fatto è che, secondo quanto risulta al Giornale.it, pare sia stata almeno attivata la procedura per riconoscergli la causa di servizio. Atto lodevole, per carità. I colleghi però si chiedono: ma perché allora non gli siano state versate anche quelle “tre misere indennità che gli spettavano”? Sono spiccioli, ma di valore. Resta l’incognita. E quella domanda che accomuna molti militari: “Ma allora chi ce lo fa fare?”. Non certo i 30 euro di indennità.

Una volta di più: perché difendete lo Stato? Lo Stato odia il popolo. E voi siete parte del popolo.




3 pensieri su “Carabiniere massacrato da 10 immigrati: punito dallo Stato perché interviene”

  1. Comunque la pensiate io provo un sottile piacere che le abbia prese di santa ragione, è quello che porta con se il leccaculismo di cui si sono resi protagonisti da anni nei confronti di quelli che ora non li rispettano (sia gli immigrati che i vertici statali. Quando sei debole il più forte ti schiaccia.
    Il fatto che ne facciano una questione economica, che si preoccupino di 30 miseri euro, più che di onore dell’arma vilipesa… la dice moooolto lunga.

I commenti sono chiusi.