“Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava”, disse Benedetto XVI nella Lectio magistralis di Ratisbona del 2006, citando Manuele II Paleologo, e scatenando la furia dei musulmani. Il vescovo Luigi Padovese, vicario apostolico dell’Anatolia, in Turchia, fu assassinato nel 2010 -esattamente 10 anni fa- dal suo autista al grido di “Allahu Akbar”, mentre tagliava la gola al vescovo che era nato a Milano nel 1947. Al processo, l’assassino dichiarò che il vescovo era un “falso messia”, e per due volte in aula recitò a gran voce l’adhan (la chiamata islamica alla preghiera).
Rudolf Voderholzer, vescovo di Ratisbona dal 2012, non è da meno e ha avvisato i fedeli sull’Islam. Dopo aver precisato che “non è un’entità statica”, ma “è cresciuto nel tempo, e ha fatto proprie molteplici influenze e culture, integrandole”, il teologo ha aggiunto che “l’Occidente non è la semplice somma, la mera addizione di culture differenti. Piuttosto, queste diverse influenze sono state cristianizzate” . Ed ha indicato alcuni esempi: “Il nostro calendario liturgico, la nostra stessa concezione del tempo, l’arte, la musica e la letteratura, la fondamentale distinzione della sfera secolare da quella spirituale sono impensabili senza cristianesimo”. Secondo Voderholzer persino l’Illuminismo “è impensabile senza gli elementi di illuminismo e de-divinizzazione di cui c’è già traccia nelle sacre scritture”.
E ancora: “Per quanto si debba essere realisti, l’islam è un fenomeno post-cristiano, che entra in scena con la pretesa di negare le verità centrali del cristianesimo, ossia la fede nella Trinità, l’Incarnazione di Dio in Gesù Cristo e la Redenzione operata da lui sulla Croce. Solamente chi non conosce o non prende sul serio la propria fede può ritenere possibile un’integrazione avanzata dell’islam in quanto tale”.
“Storicamente e culturalmente – diceva Benedetto XVI agli operatori pastorali della diocesi di Lugano – la Turchia ha poco da spartire con l’Europa: perciò sarebbe un errore grande inglobarla nell’Unione Europea. Meglio sarebbe se la Turchia facesse da ponte tra Europa e mondo arabo oppure formasse un suo continente culturale insieme con esso”. In questo discorso, ripescato dall’oblio del tempo dal professor Alessandro Campi dell’Universita di Perugia, Ratzinger spiega chiaramente cosa separi i due “continenti culturali”.
“L’Europa -diceva – non è un concetto geografico, ma culturale, formatosi in un percorso storico anche conflittuale imperniato sulla fede cristiana, ed è un fatto che l’impero ottomano è sempre stato in contrapposizione con l’Europa. Anche se Kemal Ataturk negli anni Venti ha costruito una Turchia laica, essa resta il nucleo dell’antico impero ottomano, ha un fondamento islamico e quindi è molto diversa dall’Europa che pure è un insieme di stati laici ma con fondamento cristiano, anche se oggi sembrano ingiustificatamente negarlo. Perciò l’ingresso della Turchia nell’UE sarebbe antistorico”.
…la Turchia di miliardi, reagiscano.
A furia di chinare il capo, rischiamo di trovarci una moschea al posto del Duomo.
Giù le mani da Santa Sofia. pic.twitter.com/Hpx5z29Ye2— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) July 13, 2020
Tutto ciò ha ancora più senso alla luce della riconversione – avvenuta proprio in questi giorni- di Santa Sofia da ex Basilica Cristiana a Moschea- per volontà del Presidente turco Recep Tayyip Erdogan, fatto gravissimo, irrispettoso e considerato dall’intera cristianità un insulto blasfemo.
4 pensieri su “Vescovo Ratisbona: “Solo falsi cristiani dialogano con l’Islam””
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Fanculo all’islam!!!
Vallo a dire all’eretico.🇮🇹