La confessione di Gino Strada: “Per salire su navi Ong si deve pagare” – VIDEO

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Come ha dimostrato il caso Rackete, ancora oggi a piede libero e protagonista di ultimatum all’Italia, il mondo dei ‘salvataggi’ di clandestini non è solo un grande business, è anche un potente fenomeno pubblicitario in grado di attirare finanziatori.

Ecco che, allora, chi vuole salire sulle navi delle ong deve pagare come fanno gli sponsor che mettono il proprio marchio sulle Formula 1 o sulle maglie delle squadre di calcio.

Lo spiegò bene Gino Strada. L’ong con cui collaborava chiedeva 230 mila euro al mese a Emergency per poter stare sulle navi e quindi pubblicizzare il marchio. Quando ha trovato uno sponsor più ricco, la Croce Rossa che offriva 400 mila euro al mese, ha prima chiesto a Strada di alzare la posta, poi ha sciolto il contratto.

E’ una confessione che va sempre ricordata perché getta luce su un fenomeno che è tutt’altro che umanitario. E’ terrorismo e business.

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E non è una novità. La Croce Rossa finanziava Moas, l’ong fondata da un assicuratore di navi commerciali:

SCANDALO ONG, SPUNTA LA CROCE ROSSA: SOLDI AL MOAS PER TRAGHETTARE CLANDESTINI (300 MILA EURO)

Ma la somma era superiore a quella ufficialmente denunciata:

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4 pensieri su “La confessione di Gino Strada: “Per salire su navi Ong si deve pagare” – VIDEO”

  1. Il deep state italico con l’uomo del colle e la magistratura hanno la stessa caratura di un tossicodipendente padre di famiglia che va a puttane e si droga, brucia tutto il suo stipendio li e lascia la moglie e i figli affamati e con le pezze al culo…

  2. E pensare che su quella piazza si faceva teatro, danza e mercato. Visto che bello “stile di vita” ?🇮🇹

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