Coronavirus, i pakistani continuano a sbarcare in Italia anche con gli aerei

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Uno su 8. L’esito dei tamponi sui passeggeri dell’aereo di Qatar Airways bloccato l’altro giorno a Fiumicino racconta che sui viaggiatori in arrivo dal Pakistan la percentuale dei positivi è simile a quella che era stata riscontrata nei giorni precedenti per gli immigrati del Bangladesh. Eppure, il ministro della Salute, Roberto Speranza, nell’ordinanza scritta ieri per limitare l’arrivo di viaggiatori da paesi a rischio non ha inserito il Pakistan.

Ci sono però altri tredici paesi: ovviamente il Bangladesh, che per Roma e il resto del Lazio ha ormai causato un centinaio di casi di importazione da Covid-19, ma anche Armenia, Bahrein, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana.

Nessuna limitazione per il Pakistan nonostante il dato emblematico del volo dell’altro giorno, nessuna limitazione per l’India (quasi 800mila positivi).

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I cinque immigrati del Pakistan trovati positivi con il tampone all’aeroporto di Fiumicino, secondo i medici che li hanno visitati avevano la febbre anche prima di partire.

Speranza ha sospeso per solo una settimana i voli dal Bangladesh (quasi sempre charter organizzati per riportare nel nostro Paese immigrati che erano rientrati nelle nazioni di origine perché spaventati dall’epidemia in Italia). Ma gli ultimi eventi hanno dimostrato che bloccare i voli diretti non è sufficiente, perché poi dal Bangladesh si arriva con le triangolazioni. Lo ha dimostrato dal volo di Qatar Airways di mercoledì, decollato da Doha, ma con a bordo 112 cittadini bangladesi. Dunque, serviva un provvedimento più incisivo, che vieti alle compagnie aeree che atterrano in Italia di imbarcare i cittadini di determinate nazioni sulla base del passaporto. Di qui, la nuova ordinanza di Speranza che vieta il divieto di ingresso e transito alle persone che nei 14 giorni antecedenti hanno soggiornato o sono transitati nei tredici paesi elencati. «Nel mondo la pandemia è nella sua fase più acuta – spiega Speranza -. Non possiamo vanificare i sacrifici fatti dagli italiani in questi mesi. È per questo che abbiamo scelto la linea della massima prudenza».

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Peccato che, nel frattempo, i bengalesi e gli altri arrivino a frotte coi barconi e lungo la frontiera orientale.

Due giorni fa è stato denunciato il famoso caso del 53enne del Bangladesh che da positivo e con i sintomi ha viaggiato in treno dalla Romagna alla stazione Termini. Ma più in generale i casi di importazione, molto sottovalutati inizialmente, stanno causando focolai ovunque. Esempio: ieri nel Lazio ci sono stati 28 casi positivi (un numero molto alto (solo Lombardia ed Emilia-Romagna ne hanno avuti di più), ma di questi 22 erano appunto casi di importazione, anzi 21 perché uno arrivava dalla Lombardia. Spiega l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato: «Dei nostri 22 casi di importazione (pari al 78 per ceno dei casi totali), 18 hanno un link con voli di rientro dal Bangladesh già attenzionati. Un altro caso proviene dalle Canarie, uno ha un link con il Brasile e uno di rientro da una visita familiare a Milano. Ci aspettiamo nella valutazione settimanale un valore Rt ancora di poco superiore a 1 a causa dei focolai di importazione». L’Rt è l’indice di trasmissione del virus, ieri Ministero della Salute e Istituto superiore di Sanità diffonderà i nuovi i dati aggiornati. E sopra al livello critico di 1 non c’è stato solo il Lazio, ma varie regioni, tra cui l’Emilia-Romagna, dove sono stati registrati non pochi casi arrivati dall’estero.




Un pensiero su “Coronavirus, i pakistani continuano a sbarcare in Italia anche con gli aerei”

  1. In Lombardia i casi di Corona Chang sono sempre in aumento…..In Lazio Idem.Una causa ci sarà pure o no?Mentre gli italiani sono stati messi agli arresti domiciliari questi bastardi continuano a vagabondare per le città.Impestati o meno.E nessuno prende provvedimenti.Una DENUNCIA Verso Conte e Lamorgese per PROCURATA EPIDEMIA…?No?Sono loro che si ostinano a tenere i porti aperti innescando l’epidemia di ritorno.

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