I migranti arrivano già infetti: la seconda ondata di coronavirus si abbatte sull’Europa

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Non solo bengalesi. La seconda ondata di coronavirus è in arrivo dall’Africa. Non potevano tenere le frontiere chiude all’Africa e all’Asia fino a che l’epidemia non si fosse estinta. No. Hanno le fregole umanitarie e, così, mettono l’estate a rischio.

A lanciare l’allarme, sul giornale di estrema sinistra “Liberation”, è un noto infettivologo francese che ha messo senza giri di parole in guardia la popolazione da una seconda ondata di coronavirus legato all’arrivo dei migranti dall’Africa

“Stanno facendo ripartire l’epidemia artificialmente con i migranti!”, ha dichiarato il medico che ha paragonato la situazione di oggi con il Nordafrica con quella di febbraio che riguardava la Cina. In poche parole, l’apertura delle frontiere ed i pochi controlli nei collegamenti soprattutto con l’Algeria, da dove arrivano centinaia di clandestini in Sardegna tra l’altro, potrebbero rappresentare preludio in Francia di quanto accaduto questo inverno con l’epidemia sviluppatasi in territorio cinese.

Negli ultimi giorni sono emersi una ventina di nuovi ricoverati in Francia per via delle conseguenze del Covid-19: tutti arrivati dall’Algeria dove hanno contratto la malattia.

I medici sentiti dal quotidiano francese non hanno dubbi: nel Paese nordafricano il picco non si è ancora raggiunto, il peggio dell’epidemia sta giungendo adesso e questo potrebbe implicare gravi problemi anche per la Francia. Sì perché tra Algeri e Parigi i voli non sono stati mai fermati.

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Ma quello che trapela dai quotidiani transalpini, è che si sta chiedendo con forza al governo di prendere provvedimenti sui migranti prima che sia troppo tardi. Dunque, in poche parole, chiudere o quanto meno imporre importanti controlli nei voli da e per l’Algeria. Ed è qui che potrebbero sorgere resistenze di natura politica: in un momento storico caratterizzato dal rovesciamento di statue di presunti suprematisti e dalle violente proteste soprattutto negli Usa ed in Gran Bretagna contro il razzismo, ammettere l’esistenza di un problema sanitario con l’Algeria rischierebbe di apparire politicamente scorretto.

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Per cui per adesso dall’Eliseo non sembrano essere propensi ad attuare dei piani volti a fermare i pericoli derivanti da principi di focolai provenienti dall’Algeria.

Capito? Si deve morire per non turbare i deficienti antirazzisti e i loro protetti. Del resto, alla follia ideologica la scienza si piega:

1.300 medici firmano una petizione per sostenere Black Lives Matter, ignorando però il rischio coronavirus: scatta la polemica

Posted by Il Giornale on Tuesday, July 7, 2020

Posizione sull’importazione del virus condivisa anche da Crisanti. “Siamo all’ultimo momento giusto”. Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Virologia e Microbiologia dell’Università-azienda ospedale di Padova, lancia un chiaro messaggio al governo. Nel mirino i nuovi casi di coronavirus, tutti di importazione, tanto che la Regione Lazio si è trovata costretta a predisporre test e tamponi per chi torna dall’estero. L’Italia per l’esperto non si può permettere un altro picco di contagi e così l’unica soluzione sarebbe quella di “dotare le frontiere della possibilità di accesso al codice di prenotazione che permette di identificare il tragitto”. Il problema, oltre ai casi di importazione, sono i nuovi focolai che pare non preoccupino Crisanti: “Sono normali. Già ad inizio di aprile avevo detto che l’epidemia sarà costellata da tanti focolai e che bisogna avere la capacità di isolarli e controllarli. A questo punto aggiungo che probabilmente a ottobre-novembre saranno sicuramente più frequenti e di dimensioni maggiori”. Lungi però dal festeggiare perché tra i focolai e la seconda ondata il basso è breve, “tutto dipende da noi, dalla tempestività con la quale vengono identificati e sulle procedure che verranno applicate”.




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