Guardia costiera: “Ong ricevono finanziamenti diretti dai trafficanti”

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Nel giorno dell’ennesimo sbarco dalla nave di una ong straniera in Italia, la famigerata Ocean Viking dell’ong francese dei veleni, è bene ricordare le accuse, circostanziate, della Guardia costiera libica.

“Con un pieno ritorno delle attività delle ong nel Mediterraneo ci sarà un esodo di clandestini verso l’Italia”, aveva lanciato l’allarme Ayoub Qassem, ammiraglio e portavoce della Guardia Costiera libica.

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Insomma, le ong vanno messe in condizioni di non nuocere. Sono un pericolo per la sicurezza nazionale. Il governo deve assimilarle a formazioni terroristiche, perché il loro fine è sovversivo: sovvertire l’ordine democratico attraverso l’utilizzo di clandestini.

Il loro non è occasionale violazione delle leggi. Ma un piano politico di indebolire l’ordine democratico sovvertendo la volontà popolare.

“Il governo italiano – spiegava l’ammiraglio – non deve permettere alle persone salvate da queste navi di poter sbarcare perchè altrimenti si diffonderà di nuovo la cultura dell’emigrazione verso l’Europa, con evidenti ripercussioni sia sulla Libia che sull’Italia”.

Le Ong si fiondano su barconi come avvoltoi: “Non possiamo continuare a fare gare di velocità con le imbarcazioni delle ong. Quando il centro di coordinamento di soccorso riceve la conferma del nostro intervento, non deve permettere ad altri di entrare in azione. Noi non vogliamo scontrarci con le ong”, ha aggiunto.

“Abbiamo il sospetto che ottengano ricompense dirette, oltre a quelle indirette, per ogni persona che fanno arrivare in Europa. Ogni intervento che fanno loro è per favorire l’immigrazione in Libia dall’Africa subshariana e per avere maggiore peso politico in Europa. A questo si aggiunge l’aspetto materiale: non solo aumentano le raccolta dei fondi a proprio favore ma non escludiamo che abbiano finanziamenti direttamente legati ai trafficanti di essere umani”.

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E magari dalla mafia nigeriana, che è il vero vincitore nella politica dei porti aperti?

Ormai il piano contro l’Italia è talmente evidente da apparire quasi concepito da dilettanti. Le ong rifiutano categoricamente qualsiasi porto che non sia italiano.

C’è un piano per destabilizzare economicamente l’Italia attraverso l’uso politico dell’immigrazione. Soprattutto al tempo del coronavirus, con l’effetto che un’epidemia scatenata dai clandestini può avere sulla stagione estiva. Le ong ne sono il braccio armato.

Ora anche al servizio di un governo che usa l’immigrazione per i propri loschi scopi di interessi.

Ma anche tornando al governo, fare affidamento sulla magistratura è insensato. Perché Lampedusa cade sotto la giurisdizione ‘sbagliata’. E le ong l’hanno ormai capito. E poi, una nazione sovrana non può dipendere dai capricci dei giudici per fare valere la propria sovranità: il volere della maggioranza è e deve essere superiore al diritto su misura di qualche giudice.

C’è un modo per bypassare la magistratura: lo stato di guerra. Non siamo, forse sotto, l’attacco di organizzazioni straniere finanziate da potenze ostili? Come tali andrebbero trattate.

Se le navi delle ong venissero definite come navi nemiche, e lo sono, visto che usano i clandestini come armi per destabilizzare l’Italia, allora potrebbero essere distrutte a piacimento.

Ad esempio. Sea Watch è finanziata dalla Turchia, la Open Arms dal Qatar e la Sea Eye dal Vaticano. Tre stati canaglia.

Il problema attuale, invece, è che stiamo combattendo una guerra senza leggi di guerra.

E’ proprio per questo che serviranno leggi speciali. Alla guerra si va come alla guerra.