Coronavirus torna in Veneto grazie a frontiere aperte, Zaia: “Tso e ricoveri coatti”

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Coronavirus, in Veneto il rischio torna elevato | Zaia: “Presenteremo un’ ordinanza per inasprire le restrizioni”

Giro di vite del governatore per contenere gli assembramenti della movida dopo che l’indice di contagio è risalito. Poi afferma: “Se un positivo rifiuta il ricovero, ci vuole il Tso”

IL TSO CI VUOLE A CHI TIENE APERTE LE FRONTIERE. Visto come è tornato in Veneto il coronavirus: badanti moldave, stagionali romeni e imprenditori con le fabbrichette delocalizzate in Bosnia.

Zaia forse ha dormito troppo poco durante il lockdown. E’ inebriato dai numeri dei sondaggi, un po’ come Conte. I suoi sono meritati, ha fatto un ottimo lavoro, è indubitabile, ma stiamo esagerando e la gente si stufa presto degli invasati del virus. Parliamo di un virus che soprattutto in periodo estivo è facilmente gestibile, visto che l’Italia e il Veneto in particolare hanno le terapie intensive vuote.

“Il nuovo focolaio di coronavirus scatenato da un imprenditore vicentino rientrato dalla Bosnia ha portato il Veneto da un rischio basso a un rischio elevato, passando da una r con t pari a 0,43 a una di 1,63”, Lo ha detto il Governatore del Veneto Luca Zaia. Il presidente della Regione è livido e si prepara a firmare per lunedì un decreto con misure più stringenti che preveda anche ricoveri coatti.

“Se questo è il sistema di gestire la positività e la sintomatologia, dopo quattro mesi di coronavirus allargo le braccia – ha rilevato -. Così non ne veniamo fuori. Fosse per me, di fronte a certi comportamenti prevederei la carcerazione. Serve un Tso, un trattamento sanitario obbligatorio. Procedere in questo modo non è una dittatura ma la tutela della collettività attraverso il piano di salute pubblica. E’ essenziale che a livello nazionale si prenda in mano il dossier, mettendo in fila le questioni con un Dpcm o con un provvedimento del ministro Speranza”.

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“La legge”, incalza, “prevede una multa di 1000 euro in caso di fuga dall’isolamento sanitario: mi sembra ridicolo. E ritengo che sia fondamentale il ricovero coatto, così come è necessario essere severissimi con gli isolamenti sanitari. Io ho dato disposizioni ai Sisp di tolleranza zero e, se ci sono elementi, di procedere alla denuncia. Non possiamo permetterci la diffusione del virus per l’irresponsabilità di qualcuno. Quello che è accaduto, è gravissimo”. Poi annuncia un colloquio con il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, perché siamo i primi a sperimentare una vicenda del genere, inquietante.

Il governatore ricostruisce anche la storia del paziente 1 rientrato dalla Serbia il 25 giugno, ha iniziato ad avere sintomi lo stesso giorno, avendo «diversi contatti lavorativi ed extralavorativi, tra cui una festa privata e un funerale» il 26 e il 27. «Il 28 – continua Zaia – è andato al pronto soccorso, effettuando il tampone e risultando positivo, ma rifiutando il ricovero. Se uno è padrone della sua vita, non deve però poter mettere a repentaglio quella degli altri: ecco perché dico che il Parlamento ci deve dare gli strumenti adeguati».

Spiega che è stato anche il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, a spingere per il ricovero dell’uomo, che ora è ricoverato il rianimazione ma che prima dell’ospedale ha visto altre persone. Fatto sta che il secondo caso di positività è emerso il 30 giugno, «dopo almeno 6 giorni asintomatici», per uno degli altri occupanti dell’auto andata in Serbia, e terzo e quarto il 1 luglio, nel secondo caso per un occupante dell’auto non dichiarato.

L’ultimo caso, presso l’Ulss 6 Euganea, riguarda una paziente che si è presentata al Pronto soccorso di Schiavonia il 29 giugno, dichiarando di aver avuto contatti con il “paziente zero”. “In questo caso”, ha spiegato Zaia, “l’indagine è risultata difficoltosa per la negazione di alcuni dati, come lavoro e contatti». «Evito di continuare – ha concluso Zaia – perché altrimenti mi incazzo del tutto. Sapevano che una persona incontrata in Serbia era poi risultata positiva, un sintomatico ha rifiutato il ricovero e poi ha partecipato a feste, la signora non ha detto le cose: così non ne veniamo fuori”.

Striglia “complottisti e liberisti” e annuncia la firma di un’ordinanza “già potenzialmente scritta e potevo firmarla anche oggi. Ma non sono contento. Per colpa di pochi irresponsabili ora pagheranno tutti” ha tuonato. Striglia i suoi concittadini “se continuiamo ad andare in giro senza mascherina negli assembramenti, continuiamo a pensare che i complottisti abbiano ragione e il virus sia una invenzione dei marziani, è inevitabile che accada. O peggio ancora c’è chi pensa che ad essere colpiti siano solo alcune fasce sociali e di età”, afferma e aggiunge: “State preparando la culla per il neonato, perchè quando tornerà forte qui non ce ne è più per nessuno. Se continuiamo di questo passo non fatevi neanche più la domanda se il virus torna in ottobre perchè è già qui”.

Inutile protestare davanti le ambasciate cinesi se poi volete applicare metodi cinesi. Il virus arriva con le frontiere aperte. E se è impossibile, per ovvie ragioni, tenere lontani i turisti, è invece possibile impedire a chi delocalizza fabbrichette di andare e venire. E agli immigrati stagionali e non di entrare senza controlli, vedi le badanti moldave e i raccoglitori di frutta nordafricani.

Chiudete quelle cazzo di frontiere, invasati del virus.




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